Archivio mensile:Settembre 2007

Autunno.

Mi sento addosso una strana voglia d’autunno, quasi un desiderio di letargo, scruto gli alberi cercando di intuire le prime mutazioni di colore nel fogliame ancora folto, ma già quasi esausto dopo l’estate.

D’altra parte ho sempre amato l’autunno, i suoi colori, i suoi profumi, le nebbie sottili che avvolgono, come un’impalpabile cortina di tulle, il bosco acceso di infinite sfumature cromatiche e che si levano leggere dall’acqua dello stagno.

Amo le caldarroste che scaldano le mani, come quando ero bambina, e il mosto che si trasforma in vino.

Amo il tepore della casa, il gusto di rannicchiarmi sotto una coperta colorata, il piacere di guardar fuori dalla finestra, mentre nel camino si consuma lentamente un ceppo profumato.

Forse la malinconica dolcezza di questa stagione, con i suoi languori vagamente decadenti, è in sintonia con il mio animo che ha bisogno, ora più che mai, di riposo.

Guardo questo cielo ancora troppo azzurro e aspetto.

bosco in autunno

Cartoline.

Da tempo ormai immemorabile amo collezionare vecchie cartoline con una particolare predilezione per quelle che raffigurano i rifugi alpini.

Lo so che rischio di sembrare monomaniaca, ma quando mi dedico all’altra mia passione, il trekking, mi piace raggiungere i rifugi, fotografarli, studiarne la storia e cercare di ricostruirla attraverso le cartoline che altri appassionati come me, in un passato anche molto remoto, hanno acquistato e spedito agli amici, oppure conservato come ricordo.

Dei rifugi della mia Valsassina ormai so quasi tutto: conosco l’evoluzione del loro aspetto, so quali sono stati distrutti durante la seconda guerra mondiale perché ospitavano i partigiani, conosco vita morte e miracoli di alcuni mitici “capanatt” (gestori n.d.r.) e mi piace ripercorrerne la storia sfogliando le pagine di un album di immagini (alcune delle quali anche vecchie di un secolo) che ha il sapore della nostalgia per le cose di una volta, quando andare per montagne era una faccenda scomoda, quando non c’erano i materiali supertecnologici di oggi, quando gli scarponi e gli zaini pesavano più di coloro che li indossavano, quando i temporali estivi ti inzuppavano fino alle ossa e tutto aveva il gusto di un’avventura indimenticabile.

Rifugio Azzoni

Si aprono nuove prospettive.

Chi di noi non si è ritrovato bloccato in autostrada senza che nessuno dei simpatici cartelli luminosi che rallegrano i nostri viaggi lo avvertisse della presenza della coda?

E’ di oggi la notizia che il tribunale ha riconosciuto un indennizzo (simbolico, ma significativo) ad un automobilista che era rimasto fermo, in coda, in autostrada senza che fossero presenti segnalazioni di alcun tipo.

Mi sembra un precedente interessante….

Tre metri sotto il cielo.

Durante l’estate, chi legge questo blog lo sa, a parte i due mesi trascorsi in Valsassina, tra le montagne che amo, mi sono concessa una vacanza di cinque giorni in Valle d’Aosta con mio marito.

A parte le scarpinate, tra monti e valli in fior, venerdì 17 agosto, alla faccia della superstizione, vista la giornata serena e ventosa, abbiamo deciso di imbarcarci sulla funivia del Monte Bianco per raggiungere il rifugio Torino e punta Helbronner alla non trascurabile quota di di 3462 metri sul livello del mare.

Superata la momentanea assenza di fiato (siamo due vecchietti pieni di acciacchi perbacco), ci siamo fiondati sulla terrazza panoramica giusto in tempo per scoprire che mentre il versante italiano era limpido e sgombro dalle nubi, quello francese offriva lo spettacolo di un mare bianco in continuo movimento, dove era difficile scorgere il labile confine tra i ghiacci e le nuvole.

Per un tempo che mi è sembrato brevissimo (in realtà siamo rimasti sulla terrazza per più di un’ora a una temperatura di 0°) mi sono riempita gli occhi di uno spettacolo dalla bellezza indicibile e ho avuto veramente l’impressione di sfiorare il cielo.

Credo che sia impossibile conservare la lucidità e la razionalità di fronte alla bellezza pura che non si può spiegare, ma si può solo ammirare ammutoliti e stupiti.

Come siamo piccoli e opachi davanti alla maestosa grandezza della natura….

La mer de glace

Anche se…

Anche se, almeno in tempi brevi, mi sembra molto remota la possibilità di fondare un nuovo partito o di creare una lista più o meno civica, comunque credo sia giunto il momento di munirmi dell’ormai immancabile bollino.

Per ora aderisco alla certificazione (o autocertificazione) promossa da Kromeboy ( il quale, come molti sanno, è il mio guru e il mio mentore), in seguito si vedrà.

prometto di fare il bravo

Antichità.

Sul numero di Panorama, in edicola in questi giorni, scopro che viene citato parzialmente un mio recente post, nel quale parlo del ritorno a tabelline e grammatica, introdotto dal titolo “Professori all’antica”.

Non so se considerare l’espressione “all’antica” un elogio o un rimprovero, ma poco importa, sta di fatto che, anagraficamente e professionalmente, all’antica sono e all’antica resto.

Se essere all’antica implica insegnare con dedizione e rigore, cercando di fornire agli allievi gli strumenti per interpretare e conoscere la realtà, se essere all’antica significa cercare di trasmettere la curiosità e il gusto della conoscenza, sicuramente sono all’antica e non potrei, nè saprei, comportarmi diversamente.

Leggevo tempo fa gli appunti, a margine del registro, di una maestra che, alla fine dell’ottocento, così si esprimeva “….gli scolari debbono apprendere mediante il diletto…”: ecco, io vorrei essere sempre “all’antica” così.

Ville aperte in Brianza.

Domenica 23 settembre si svolgerà questa interessante manifestazione che permette di visitare ville, chiese e castelli solitamente di difficile accesso al pubblico.

Dalle ore 10 alle 19 sarà possibile partecipare a visite guidate che permetteranno una conoscenza approfondita dei monumenti

In passato, negli scorsi anni, la giornata era dedicata ai monumenti del vimercatese, ma quest’anno la si è voluta estendere a tutta la neonata provincia di Monza, con l’intento di far conoscere e valorizzare le bellezze di questa parte di Lombardia che nasconde, dietro la facciata del lavoro e dell’industria, un patrimonio storico e artistico ricco quanto misconosciuto.

Per saperne di più basta dare un’occhiata qui.

chiesetta romanica Santa Maria in Campis

Il paese dei furbi.

Mi ha riempito di tristezza l’articolo comparso su la Repubblica nel quale l’intervistato  ammette di aver pagato e copiato, grazie all’uso del telefonino, trincerandosi dietro alla scusa che tutti fanno così e che “nel paese dei furbi” chi non è furbo ha poche possibilità di successo.

Intendiamoci anche una volta si cercava di copiare, agli esami e ai concorsi, ma almeno c’era il pudore della consapevolezza che barare è sbagliato e quindi si provava almeno un po’ di vergogna nell’ammettere di averlo fatto.

Evidentemente la temperie morale di questo paese è cambiata, il rispetto delle regole, l’onestà, l’impegno non sono più valori assoluti, il valore assoluto è il successo.

Non sono mai stata una studentessa modello, ma raramente ho copiato, anche perchè, molto spesso, erano gli altri a copiare da me, ho sempre affrontato le prove scolastiche e i concorsi con assoluta incoscienza fidandomi della mia preparazione e della mia proverbiale fortuna anche perchè, se avessi copiato, mi avrebbero smascherato in un batter d’occhio.

Ho incontrato successi ed insuccessi, come è naturale che accada, quando qualcosa andava bene ne ero felice, in caso contrario mi rimboccavo le maniche e ripartivo, ma posso affermare, in tutta onestà, di aver raggiunto ogni singolo traguardo sulo grazie ai miei sforzi.

Diversamente non potrei chiedere ai miei allievi la stessa onestà e la stessa dedizione, che per me sono valori assoluti.

….e non mi piace pensare al mio Paese, come alla terra dei furbi: l’Italia che sogno e che amo è diversa…

Sereno è…..

Che bellezza passare un pomeriggio sereno, insieme a qualche amico, passeggiare fra le case di un villaggio antico, senza fretta, soffermandosi ad osservare tutti i particolari, in un’atmosfera rilassata ed appagata.

Che bellezza sedersi ai tavolini di un bar, all’aperto, sorseggiare un caffè, fare quattro chiacchiere senza dover guardare l’orologio, godersi il tepore di questo dolcissimo settembre, sentire sulla pelle la carezza fresca di una brezza leggera che non dà fastidio.

Grazie per un pomeriggio così diverso….