Rientro a scuola. il primo giorno è piacevole, ci sono visi abbronzati, vestiti estivi, aria da primo giorno di scuola.

Nei corridoi e in aula professori echeggiano saluti festosi, i piccoli nervosismi e gli inevitabili dissapori del passato sembrano completamente dimenticati: in fondo fa piacere incontrare di nuovo i colleghi, le persone con le quali, nel bene e nel male, trascorriamo buona parte della nostra giornata.

Dopo un collegio docenti breve breve (…e quasi indolore), alle undici è previsto il sorteggio per l’assegnazione delle classi prime alle sezioni.

Davanti alla porta della biblioteca, dove si svolgerà il sorteggio, è assiepata una piccola folla di genitori ansiosi e di bambini insolitamente intimiditi: li capisco, capisco la loro preoccupazione, il passaggio alle medie non è facile, e non è indifferente capitare in una classe piuttosto che in un’altra, con alcuni insegnanti, piuttosto che con altri, spesso, infatti, il successo scolastico può dipendere da sottili equilibri legati a complessi rapporti personali.

In pochi minuti si è celebrato il rito del sorteggio e dopo la lettura, da parte del preside, degli elenchi assegnati alle tre sezioni, mi sono impossessata del “mio”, cioè dell’elenco dei nomi di ragazzini che da lunedì prossimo faranno parte della prima C.

Come ogni volta scruto i nomi cercando di immaginare dei volti, ma per ora sono solo nomi  con i quali non ho alcun tipo di rapporto, nessun legame: tra una settimana diventeranno persone in carne ed ossa e allora sarà tutta un’altra storia.