Archivi giornalieri: 29 Settembre 2007

La forza del pregiudizio.

Spesso crediamo di conoscere la realtà semplicemente perché siamo bombardati quotidianamente da informazioni, immagini, notizie che, tuttavia, ci danno del mondo solo alcuni dettagli.

Spesso pensiamo di conoscere la complessità di un paese lontano (o di un popolo) perché lo abbiamo “visto” in televisione, sui giornali, nei depliant di un’agenzia di viaggi, nella pubblicità, o magari perchè lo abbiamo visitato durante le vacanze.

Anche i ragazzini non sono immuni da questo comportamento, anzi spesso si formano un giudizio (o un pregiudizio) anche sulla base di discorsi che sentono in famiglia e tendono a semplificare: perciò sono molto recisi nelle loro affermazioni e poco inclini a metterle in discussione.

Penso che uno dei compiti della scuola sia proprio quello di aiutare i ragazzi a uscire dalla logica dei luoghi comuni e a cercare di formarsi giudizi in modo libero, aperto al dubbio e al cambiamento.

Due anni fa fu inserita nella mia classe una splendida ragazzina giunta dal Ghana da pochi giorni che aveva suscitato, nei compagni, un atteggiamento a metà strada tra la curiosità e la diffidenza.

Per favorire la convivenza avevamo avviato (insieme agli operatori messi a disposizione dal Comune) un progetto che favorisse la reciproca conoscenza: così, una mattina, arrivò in classe un educatore, munito di un cartellone che rappresentava una cartina stilizzata dell’Africa, e chiese ai ragazzi di disegnare all’interno della sagoma ciò che, secondo le loro conoscenze, rappresentava meglio la realtà del continente.

Ne uscì una rappresentazione fantasiosa con persone vestite con gonnellini e piume, leoni, elefanti, capanne primitive, piramidi, stregoni, che la ragazzina ghanese osservava con un’espressione sempre più perplessa (sembrava un po’ la antica rappresentazione cartografica con la scritta “hic sunt leones” che ingenuamente veniva usata per definire una realtà sconosciuta).

Quando i compagni ebbero finito la ragazza (che per inciso proveniva da Accra, la capitale, e aveva studiato per sei anni in una scuola inglese con tanto di divisa e cravatta) si avvicinò alla cartina e disegnò la “sua” realtà: i grattacieli, la scuola, la chiesa, il mare e i diamanti.

Lo scambio di opinioni che ne seguì fu molto costruttivo: in breve i ragazzi compresero che la compagna, pur provenendo da tanto lontano, aveva avuto esperienze molto simili alle loro e, soprattutto, non aveva mai visto un leone (se non allo zoo).

Credo che esperienze del genere aiutino veramente i ragazzi a crescere e a diventare persone che pensano liberamente e col proprio cervello.