Archivi giornalieri: 15 Giugno 2007

Notte prima degli esami…

La notte prima degli esami ho quasi sempre dormito come un ghiro (cosa che peraltro mi capita fin troppo spesso), in genere quasi nulla riesce a turbare i miei sonni, di solito, alla sera, sono così esausta che, come amo ripetere, non mi addormento…svengo.

L’unica volta che ho provato l’ebbrezza dell’insonnia è stata la sera prima dello scritto del concorso riservato (nell’ormai lontano 1984).

Mi ero laureata da qualche anno e avevo vissuto una vita da precaria vagabondando da una scuola all’altra in cerca di fissa dimora, da molti anni non erano stati indetti i concorsi ordinari, ma solo qualche corso abilitante, e la scuola italiana pullulava di insegnanti che, pur avendo lavorato nella stessa sede ormai da più un lustro, era ancora di fatto precaria.

Nel 1984 vennero rimesse in gioco tutte le cattedre non occupate stabilmente dal personale di ruolo (credo che in provincia di Milano ce ne fossero, solo per lettere, quasi un migliaio) ed ebbero inizio le danze.

Contemporaneamente fu indetto un concorso riservato agli insegnanti che avevano un’anzianità di servizio in una classe di concorso ( io avevo insegnato italiano e storia alle superiori e quindi presentai la domanda insieme a quella per i concorsi ordinari di tutte le materie per le quali era prevista una laurea in lettere classiche).

Il concorso riservato era, teoricamente, più semplice e quindi mi concentrai sulla preparazione dell’ordinario per materie letterarie nella scuola media inferiore che era molto più tosto e praticamente si svolgeva quasi contemporaneamente.

Fu così che la sera prima del “riservato” mi accorsi di avere studiato pochissimo e, per gestire l’ansia, mi aggiravo per la casa con un bicchiere di latte tiepido cercando di ritrovare il sonno perduto.

Decisi di leggere qualcosa di soporifero e la scelta cadde sulle “letture critiche del Decameron” di Luigi Russo, che non è un testo proprio noioso, ma a notte fonda aiuta: così lessi il commento alla prima novella della prima giornata, quella di “ser Ciappelletto” e finalmente riuscii a chiudere occhio e a riposare per il resto della notte.

Il giorno dopo mi presentai allo scritto con la mia proverbiale incoscienza senza un testo, senza un appunto, senza un “bigino” e, soprattutto, senza un santo in Paradiso e ascoltai la dettatura dei temi: uno, più o meno, suonava così “Il candidato esponga in una lezione, indirizzata ad una classe del triennio, una novella del Decameron”.

Non credevo alle mie orecchie, la più grande (e forse unica) botta di c*** della mia vita, scrissi il tema di getto e superai brillantemente la prova: poi, in realtà, non ho mai più insegnato alle superiori anche perchè, avendo superato il concorso ordinario con altrettanto successo, ma meno fortuna, ho preferito scegliere una cattedra alle medie inferiori…a cento metri da casa mia.