Sta per cominciare l’ultima settimana di scuola, la madre di tutte le settimane: ieri ho definitivamente chiuso, dopo quello di storia, anche il programma di geografia, da oggi si ripassa e si simula (non si tratta di “far finta”, ma di simulare la prova d’esame perchè i ragazzi riescano a gestire la paura).
E’ il periodo dei tornei: le ragazze hanno vinto quello di pallavolo, i maschi hanno perso e continuano a recriminare accusandosi a vicenda, non riesco a capire se siano più arrabbiati per la sconfitta o invidiosi della vittoria delle compagne, che li osservano con un misto di ironia e compatimento.
E’ anche il periodo della “pizzata” con gli insegnanti e qualche genitore volonteroso (…e mal sopportato dai ragazzi, ma un mezzo di trasporto è quasi indispensabile): ci sono grandi sussurri e febbrili consultazioni, qualcuno timidamente si informa se i prof. devono essere invitati proprio tutti, ma, con l’esame alle porte, può essere altamente controproducente scontentare qualcuno.
La paranoia da esame sta salendo come un’onda di marea, veloce e inarrestabile, anche i più studiosi ne vengono colpiti e si pongono interrogativi assurdi, gli altri, quelli che hanno vissuto come “gli uccelli del cielo e i gigli nei campi” si crogiolano nella loro beata ignoranza, socraticamente sanno di non sapere e sono rassegnati al peggio.
Da parte mia sono sommersa dalle cartacce e, come succede sempre in questi momenti, sono stata abbandonata dalla stampante che ha scelto proprio il periodo di maggiore attività per defungere: pazienza! Scriverò tutto quello che devo e me lo porterò a scuola, rassegnata anch’io a mettermi in coda per usare le stampanti antidiluviane del laboratorio di informatica.
Oggi, ultimo incontro del laboratorio teatrale prima della serata alla presenza dei genitori, abbiamo usato le due ore per fare una prova un po’ speciale: abbiamo deciso di mettere in scena lo spettacolo nella locale “Residenza per Anziani”.
Come sempre succede in questi casi i ragazzi hanno dato un po’ di gioia e in cambio hanno ricevuto tantissimo affetto: sicuramente un’esperienza da ripetere.