Archivi giornalieri: 24 Giugno 2007

Giochi d’acqua.

Dopo un inverno secco, dopo un inizio di primavera innaturalmente caldo e siccitoso, nelle ultime settimane ha piovuto parecchio, soprattutto in montagna e la pioggia, caduta con l’abbondanza tipica più dei climi tropicali che di quello prealpino, ha gonfiato i torrenti, persino quello che scorre nella valle sotto casa mia, che non posso vedere, perché celato dal fitto intrico del bosco, ma che sento scorrere con un canto continuo che mi concilia il sonno nelle notti estive, quando le imposte delle finestre restano aperte.

Di notte mi piace anche il rumore della pioggia che batte sulle foglie e lo scorrere dell’acqua nei pluviali, soprattutto se c’è il temporale, mi addormento tranquilla perché so che, al mattino, il cielo sarà limpido e splendente e i prati e il bosco sembreranno più verdi, e i colori saranno più nitidi, come lavati dalla pioggia.

Quando l’acqua è abbondante anche le fontanelle, nelle piazzette dei paesi e negli alpeggi, sono più ricche e l’acqua che ne sgorga è fresca e ha un sapore: in primavera ha il gusto della neve ed è freddissima, ma dopo una lunga camminata è una sensazione particolarmente piacevole.

Da bambina amavo molto giocare con l’acqua, non si trattava dei gavettoni, che animano le estati italiane o degli avveniristici “liquidator”, ma di un passatempo molto più semplice che consisteva nel costruire una diga sul torrente, per formare un piccolo specchio d’acqua: era un lavoro faticoso, che implicava lo spostamento di quelli che, a me bambina, sembravano veri e propri macigni che andavano poi uniti da ingenti quantità di sabbia per interrompere il flusso della corrente.

Dopo un intero pomeriggio di lavoro con i piedi a mollo finalmente si formava un laghetto e allora mi piaceva restarmene seduta sulla riva a gettare ciottoli levigati per osservare i cerchi concentrici perdersi sulla superficie.

Quando era ora di tornare a casa spostavo un sasso, magari il più piccolo, e me ne stavo lì a guardare incuriosita la forza dell’acqua che si apriva irruentemente una strada verso valle.

acqua