Ormai la scuola è proprio agli sgoccioli, devo ancora compilare un po’ di documenti, stampare relazioni, aggiustare qualche UDA (chi è del mestiere sa…gli altri possono continuare a vivere felici), poi ci saranno alcune tappe obbligate: lo scrutinio, la consegna delle schede, gli esami, l’ultimo collegio docenti e poi via, verso nuove avventure…se ne riparlerà a settembre, con una nuova classe, con qualche nuovo collega, con qualche vecchio problema.

Mentre mi arrabatto fra le incombenze di fine anno comincio già a preparare (almeno mentalmente) armi e bagagli per i due mesi che mi aspettano fra le mie montagne.

Prima di tutto i libri, quelli che ho appena acquistato e quelli che rileggerò per l’ennesima volta: penso che una delle riletture dell’estate sarà “Il nome della rosa”, uno dei libri che ho amato di più e che offre, ogni volta, un nuovo livello di interpretazione.

Poi un po’ di musica: Mozart, innanzitutto, e poi Bach e Vivaldi, musica da ascoltare seduta in salotto, davanti al camino, mentre fuori il bosco si incupisce e gli ultimi raggi di sole sfuggono dalle creste delle montagne.

In valigia metterò anche qualche film e “Le inchieste del Commissario Maigret”, quelle prodotte dalla Rai, tanto tempo fa, in bianco e nero e interpretate da Gino Cervi: le ho acquistate apposta per vedermele con calma in vacanza e assaporare il gusto della memoria e della nostalgia.

E poi mi porterò una fotocamera digitale nuova, che mi permetta di cogliere con maggior nitidezza la bellezza dei fiori, le incredibili geometrie delle ali delle farfalle, l’estremo rigore delle venature delle foglie, la lucentezza dei frutti di bosco non ancora maturi, le mille sfumature del cielo, il movimento dell’acqua di un ruscello e le mie montagne in tutto il loro superbo splendore.