Posso comprendere il fastidio e il disappunto di molti eletti del M5S nei confronti dei giornalisti: il loro comportamento, i gesti, le parole, le riunioni in streaming, i tweet, i post su facebook e sui blog personali sono passati al vaglio in cerca non solo della “notizia”, ma anche del passo falso, della frase sbagliata, dello “scoop”.
Mi verrebbe da dire: “è la vita, bellezza”.
Non ci si può atteggiare a “duri e puri” (ammesso che i Parlamentari M5S l’abbiano fatto) e attendersi da parte della stampa, con la quale non si vuole neanche parlare, un atteggiamento condiscendente, se non amichevole.
Ho sentito in un video una signora eletta (non so se alla Camera o al Senato) lamentarsi per l’insistenza dei giornalisti e ribadire con tono quasi incredulo “Io sono una persona normale!”.
Purtroppo per lei (e per tutti i suoi colleghi di qualsiasi partito) fare politica attiva, avere un incarico elettivo (anche quello di consigliere di condominio) significa automaticamente non essere più “persone normali”, significa dover rispondere agli elettori, che pensano di poterti tirare per la giacchetta in qualsiasi momento, significa essere sottoposti a giudizi e critiche talvolta impietosi, significa trovarsi in una casa con le pareti di vetro.
E chi sta in una casa di vetro deve guardarsi bene dal tirare sassi.