Ora i commentatori si sprecano a cercare un indizio che ci faccia prevedere come sarà il pontificato iniziato poco più di due ore fa, certo le novità destabilizzanti sono tante: è stato eletto un Papa latino americano (anche se figlio di emigranti piemontesi), è il primo Papa gesuita (…e così i tifosi della profezia del Papa nero sono accontentati), ha scelto il nome di Francesco, un nome mai usato nella storia bimillenaria del papato, che evoca la figura di San Francesco d’Assisi, ma anche quella di San Francesco Saverio il missionario gesuita che spinse l’evangelizzazione nelle terre dell’estremo oriente.

Qualcuno si sta formando un’opinione osservando l’aspetto del nuovo Pontefice, qualcuno  analizzando le parole pronunciate con tono emozionato dalla balconata di San Pietro, qualcuno spulciando con occhio critico la biografia o facendo l’esegesi della scelta del nome.

Francamente tutti questi discorsi non mi appassionano.

Da credente accolgo questo nuovo Papa come un dono dello Spirito Santo e, da questo momento, mi pongo in ascolto del suo magistero nella consapevolezza che, da cattolica, devo considerare Papa Francesco il vicario di Cristo e il successore di Pietro.