Ho sessant’anni, soffro di attacchi di tachicardia parossistica sopraventricolare dall’adolescenza, il mio cardiologo ha individuato la causa in una disfunzione della valvola mitralica aggravata dallo stress che vivo quotidianamente in classe, perchè devo essere sempre attenta a ciò che succede e devo avere un ferreo autocontrollo.
Logicamente se me ne stessi a casa si ridurrebbero gli attacchi, che avvengono soprattutto in periodi di colloqui con i genitori, scrutini, esami, riunioni del collegio docenti e amenità consimili.
Logicamente nessun medico ritiene che il mio disturbo sia così invalidante da impedirmi di andare a scuola tutti i giorni (per i prossimi sei anni e rotti) e io ci ho fatto l’abitudine, cerco di rilassarmi, cerco di non arrabbiarmi, cerco di staccare quando mi accorgo che l’elastico è troppo teso e tiro avanti così sperando che vada tutto liscio.
Comprendo che la mia situazione è un po’ diversa da quella di un quasi ottuagenario che rischia disturbi analoghi (con la salute non si scherza), ma, perbacco, ogni tanto mi piacerebbe essere legittimata a riposare un po’ e mi piacerebbe che qualche cardiologo mi impedisse di andare a lavorare (almeno per un po’).