Archivio mensile:Novembre 2016

Notte in biblioteca.

Prendi una notte di novembre con un po’ di nebbiolina e una pioggerellina leggera, prendi un gruppo di venticinque ragazzini di seconda media e chiudili in una biblioteca, spegni le luci, spargi nelle stanze un po’ di ragnatele e qualche presenza inquietante, scegli qualche racconto giusto, di quelli che lasciano senza fiato anche in un pomeriggio di sole e otterrai una miscela esplosiva.

E’ divertente osservare i ragazzi aggirarsi un po’ intimiditi nei locali che conoscono così bene, è divertente vederli sobbalzare ad un rumore improvviso, è bello vederli ascoltare le letture a bocca aperta, solleticati dalla paura, pronti a fare una battuta o un po’ di baccano per sdrammatizzare la tensione.

La notte in biblioteca è un buon modo per avvicinare i ragazzi alla lettura, per far scoprire loro che le parole possono essere magiche, che ogni tanto spegnere televisione e cellulare può anche essere divertente.

Questa sera c’è stato un buon esempio di collaborazione tra biblioteca e scuola.

P.S.: Sentire dei ragazzini che si informano sui titoli dei racconti per poterli rileggere non ha prezzo

Cavenago - Biblioteca

La strada.

Li incontri nei luoghi più affollati sono mimi, giocolieri, sono persone creative e fantasiose, offrono la loro abilità in cambio di un sorriso e di una monetina.

Mi piace fermarmi ad osservarli, soprattutto coloro che se ne stanno immobili, come statue,  e accennano  un gesto gentile di ringraziamento quando la monetina saltella nel cappello posato ai loro piedi.

Spesso nelle loro rappresentazioni c’è grazia e bellezza, spesso c’è talento, quasi mai c’è insistenza o petulanza.

Sono gli artisti di strada.

Roma

Ma quanto è splatter quel Dante!

La Divina Commedia raramente lascia i ragazzi indifferenti, Dante si ma o si odia, la lettura dei brani dell’Inferno coinvolge quasi sempre sarà perchè un po’ tutti la pensano come Mark Twain che sosteneva: “Il Paradiso lo preferisco per il clima, l’Inferno per la compagnia”.

Attraversando i gironi infernali si incontrano personaggi a tutto tondo, pieni di passioni terrene, corporei e fisici, personaggi dipinti a tinte forti, si incontra la passione amorosa che travalica le barriere della morte, il desiderio di conoscenza che costringe a superare limiti invalicabili, l’odio accecante che si spinge fino all’eternità.

Oggi abbiamo letto il brano del Conte Ugolino della Gherardesca (logicamente i ragazzi mi hanno chiesto se è un antenato di un più celebre Costantino televisivo), ma via via che procedeva la lettura ho visto i ragazzi particolarmente silenziosi e partecipi, quasi inorriditi dal gesto del protagonista di addentare il cranio del nemico, ammutoliti al cospetto della tragedia della morte per fame, spaventati dall’ipotesi che Dante lascia aperta alla fine del brano, quel “poscia più che il dolor potè il digiuno” tanto ambiguo quanto terribile.

Dante ogni tanto riesce ad essere splatter, riesce a toccare corde inattese e così riesce a toccare anche le menti e i cuori degli adolescenti di oggi.

Firenze

 

Corsi accelerati di storia dell’arte.

Non è facile far appassionare gli adolescenti allo studio della storia dell’arte infatti per loro, abituati a vivere in mezzo a migliaia di immagini, a vederle ripetute in modo quasi infinito, non è facile apprezzare l’unicità, preziosa e irripetibile, di un’opera del genio e della creatività umana.

Senza la percezione dell’unicità non è facile emozionarsi al cospetto di un dipinto o di una scultura, per chi ha visto centinaia di riproduzioni del Cenacolo di Leonardo è quasi impossibile farsi catturare dal fascino del dipinto, così fragile e quasi inaccessibile.

Se non c’è emozione è quasi impossibile che ci sia rispetto e allora può succedere di non considerare un atto grave il danneggiamento di una scultura, lasciata lì, isolata, a dar lustro ad una piazza, si può giocare con essa e magari spezzarne un pezzetto, in fondo a chi può importare?

Credo che siano indispensabili corsi accelerati (e obbligatori) di storia dell’arte, se non altro per imparare a rispettare, se non ad amare, l’enorme patrimonio di capolavori che popola il nostro Paese.

Roma

 

Lavoratore non necessario.

Nel film “Schindler’s list” c’è una scena che mi colpisce sempre: gli ebrei del ghetto sono in fila, davanti ai tavoli, dove sono seduti dei funzionari che censiscono uomini e donne e li dividono in base alla professione e alla capacità produttiva, chi è in grado di lavorare nelle industrie che fabbricano armi e materiali per l’esercito ricevono la “blauschein”, la carta blu che li certifica come dei lavoratori necessari per lo sforzo bellico del Terzo Reich. Coloro che non sono utili vengono messi sulla lista, caricati sui camion e fatti sparire.

Tra coloro che vengono scartati c’è un uomo, fine e dignitoso, che si allontana chiedendo “Non necessario? Insegno storia e letteratura, da quando non è necessario?”

La scena mi ha sempre colpito u po’ perchè mi sento direttamente coinvolta, un po’ perchè penso che Spielberg abbia voluto darci una grande lezione.

Una società nella quale lo studio della storia non è più “necessario” è una società destinata alla barbarie, una società che non cerca le cause per rimuoverle, ma che agisce sugli effetti senza preoccuparsi di conoscere, di capire, di prevenire, una società che preferisce innalzare muri, che preferisce il protezionismo, che pensa sia possibile salvarsi da soli, senza includere, senza risolvere i problemi.

La storia ci insegna che spesso le soluzioni “di pancia”, e non “di testa” e “di cuore”, hanno prodotto danni maggiori di quelli che si voleva risolvere, ma evidentemente anche oggi, nonostante le dure lezioni che la storia ci ha impartito, continuiamo a considerarla non necessaria.

Una cosa è certa: a me la “blauschein” non l’avrebbero data.

Milano - Expo 2015

Buongiorno.

La giornata è limpida e fredda, ma camminare  è piacevole, faccio un giro in paese, fermandomi ad alcune tappe obbligate come il caffè al bar in piazzetta o la panchina al sole.

Non c’è in giro quasi nessuno e la solitudine permette di pensare e di ascoltare i pensieri, permette di osservare il panorama senza distrazioni, permette di contare i passi che si susseguono silenziosi, quasi attutiti.

Non mi dà fastidio la solitudine, non mi dà fastidio il silenzio anzi sono quasi piacevoli, sono quasi un sollievo per la mente.

E poi incontro qualche raro passante, alzo gli occhi, gli sguardi si incontrano, ci scambiamo un sorriso e un saluto, come spesso accade in montagna, quando ci si incontra su un sentiero, anche tra sconosciuti.

“Buongiorno”

E la giornata diventa subito “buona”.

Moggio - Novembre 2016

Se fioca süla föia da fiucà ga na mia vöia.

Una volta un signore molto anziano, che trascorreva il suo tempo tra il paese e l’alpeggio, mi regalò questa perla di saggezza contadino-meteorologica.

La traduzione suona più o meno “quando nevica sulla foglia (sulle foglie ancora sugli alberi, in autunno) non ha voglia di nevicare” e cioè: se nevica troppo presto sarà un inverno poco nevoso.

Oggi, parcheggiando l’auto davanti a casa, mi sono accorta che c’era un po’ di neve nelle zone più ombreggiate del cortile segno di una nevicata abbastanza recente, una nevicata novembrina inattesa e precoce.

Voglio proprio vedere, a questo punto, come sarà l’inverno.

Filo d'erba

Il primo martedì.

Negli Stati Uniti si vota per eleggere il Presidente il primo martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre dell’anno bisestile.

Non si vota di domenica perchè è il giorno del Signore.

Non si vota di lunedì perchè, probabilmente, agli albori della  storia del Paese, recarsi a votare richiedeva spostamenti lunghi e complicati che avrebbero richiesto anche più di un giorno di viaggio.

Non si vota il primo martedì di novembre perché (come quest’anno) andrebbe a coincidere con la festa di Ognissanti.

E così, dopo una caampagna elettorale velenosa come non mai, sovvertendo tutti i pronostici (ma dopo l’esito del voto sulla Brexit, ci andrei cauta con i pronostici) ieri, che era il primo martedì dopo il primo lunedì di un anno bisestile, gli americani hanno votato e hanno votato Trump..

Questa è la nuda cronaca, il resto è storia.

Milano -Expo 2015 : Indipendence day
 

Il volto del dolore.

Il Museo del Catello Sforzesco ospita, tra le altre, un’opera che mi ha sempre colpito per la forza che emana da essa: un Crocefisso ligneo, datato tra il XIV e il XV secolo, creato nell’Italia del nord e ospitato in una piccola sala laterale, quasi defilata dal percorso di visita.

Ogni volta che mi trovo a passare nella saletta, spesso vuota e silenziosa, mi trattengo al cospetto della scultura, in una sorta di ammirazione reverente, quasi religiosa e lascio che nella mente scorrano pensieri ed emozioni.

Il Cristo in croce ha un viso strano, diverso dall’iconografia tradizionale, ha il capo rasato e la bocca atteggiata ad una smorfia, quasi un grido di muto dolore, è un dolore che attraversa chi lo guarda che si stampa nell’anima, un dolore vero, crudo, terribile.

Non si tratta solo di un’opera d’arte, ma di un’emozione.

Milano

Ieri improvvisamente.

Poco più di una settimana fa mi aggiravo per le vie del paese e osservavo stupita le foglie ancora fin troppo verdi, ben attaccate ai rami degli alberi e poi, ad un tratto, quasi inaspettatamente il parco si è colorato di mille sfumature autunnali e ora le foglie, battute dalla pioggia, staccate dal vento si adagiano come un tappeto variopinto sui marciapiedi.

Mi stupisce sempre questo passaggio repentino da una stagione all’altra, mi stupisce e mi coglie un po’ alla sprovvista ogni anno.

Insieme allo stupore si fa strada un’allegria che, a ben guardare, non è proprio giustificata: in fondo le foglie sono morte, la natura sta scivolando inesorabilmente nell’inverno e ci attendono giornate fredde e tenebre lunghe.

Ma i colori, i rossi, i gialli, i marroni sono pieni di gioia e di vitalità, come se la natura, prima dell’inverno, volesse salutarci con un fuoco d’artificio.

autunno sentiero nel bosco