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Racconto di Natale.

Sentiamo dire da più parti che quest’anno sarà un Natale “diverso”, sarà un Natale per molti in solitudine, senza le grandi tavole imbandite con una profusione di cibi e un’abbondanza di affetti, sarà forse un Natale più silenzioso nel quale, probabilmente, troveremo un momento di ripensamento, un attimo di riflessione sui tempi che stiamo vivendo, sarà un Natale in cui ci saranno molte sedie vuote, le sedie di chi è lontano, le sedie di chi non c’è più.

Forse ci accorgeremo che per anni abbiamo vissuto questa festa in modo banale, con superficialità, facendoci prendere da un’emotività un po’ melensa in un clima da “tutti più buoni” che spesso era solo una pia illusione.

In questo clima di attesa di un Natale “nuovo” vorrei invitare chi mi è caro a leggere o rileggere un racconto di Dino Buzzati che spiega in profondità come il Natale sia un tempo di condivisione dell’Amore Divino, ma che, quando si vive in contesti di freddezza e di rapporti interpersonali falsati, può trasformarsi in buio e solitudine e freddo nel cuore.

Buona lettura.

Milano (Natale 2019) - Il presepe napoletano alla Rinascente

Biblioteca chiusa, libri aperti.

La biblioteca comunale del mio paese, visto che praticamente non si può uscire di casa, è “logicamente” chiusa, ma per molti poter continuare a leggere diventa una “necessità” soprattutto per coloro che considerano i libri un nutrimento per la mente e per l’anima.

“Non si vive di solo pane” si diceva e la lettura può aiutare a vivere meglio questo tempo e a stare lontano dal frigorifero (che è pur sempre una bella tentazione).

E così la biblioteca del mio paese ha organizzato un servizio di “asporto”: in pratica si consulta il catalogo, si prenotano i libri, ci si accorda sull’orario di consegna e si legge.

Mi sembra una lodevole iniziativa soprattutto in questo momento in cui con la chiusura di cinema, teatri e musei molti lamentano una crisi di astinenza da penuria di cultura.

Niente paura: chi ha voglia di leggere, anche se è rimasto senza materia prima, ora può farlo.

libro

Un saluto.

Oggi è mancato Philippe Daverio, storico dell’arte colto e raffinato, capace con i suoi libri e le sue trasmissioni televisive (ho adorato “Passepartout”) di svelare bellezze spesso sconosciute e preziose, capace di appassionare e far comprendere pur mantenendo sempre un linguaggio “alto” e ricercato.

Mi ha sempre affascinato per la sua grande cultura, per il sorriso con cui sapeva affrontare tematiche anche ardue, per l’incredibile abilità nel descrivere paesaggi, monumenti, quadri e sculture.

Lo ricordo alla presentazione del suo ultimo libro “Gran Tour d’Italia a piccoli passi” (per il quale, tra l’altro, mi aveva fatto il grande onore di chiedermi l’uso di una mia fotografia), con il loden di gusto mitteleuropeo e l’immancabile papillon, con l’eloquio leggero e sorridente, con l’intelligente autoironia che spesso lo caratterizzava.

La sua scomparsa è una grande perdita per il nostro paese.

Milano - Brera - Bookcity: Presentazione del libro di Philippe Daverio

In partenza per la Birmania.

Mentre molti si chiedono come e se viaggeranno questa’anno la Biblioteca comunale “Peppino Impastato” di Cavenago di Brianza ha trovato il modo di risolvere dubbi e perplessità con un’iniziativa originale e, come sempre del resto, intelligente.

L’iniziativa si chiama “Destinazione sconosciuta” e consiste nell’offrire agli utenti della biblioteca una busta di carta che contiene libri, saggi, audiolibri o dvd a tema.

“Prendi una borsa e parti per il viaggio più avventuroso dell’anno” recita il foglio che chiude il sacchetto celando accuratamente il contenuto.

Questa mattina sono andata in biblioteca e ho ritirato la mia “carta d’imbarco virtuale” per un viaggio meraviglioso e ho scoperto che la mia “destinazione sconosciuta” è la Birmania (o per meglio dire il Myanmar), un paese che conosco poco, ma che mi affascina un po’ come tutti quei luoghi che vorrei prima o poi visitare.

Mi porterò i libri in vacanza e così potrò partire per il mio viaggio.

Cavenago di Brianza - Viaggio in Birmania

Questa sera niente teatro.

Il cartellone del TeatrOreno questa sera avrebbe previsto lo spettacolo “Barzellette” di Ascanio Celestini che, responsabilmente, in ottemperanza alle direttive della Regione Lombardia, è stato annullato.

Mi spiace un po’, ma, d’altra parte, la decisione degli organizzatori è stata corretta e io stessa, qualora lo spettacolo non fosse stato annullato, avrei rinunciato perché è veramente difficile mantenere le distanze in una platea teatrale.

E’ un momento triste per il paese con le scuole chiuse, le biblioteche a mezzo servizio, i musei con gli ingressi contingentati, con le lezioni scolastiche online, le gite scolastiche sospese e i ragazzi che comunque si ritrovano nei parchi o nelle case e fanno gruppo perché è quasi impossibile impedire l’aggregazione degli adolescenti.

Mi rendo conto che il mio è un suggerimento quasi “umoristico”, ma mi piacerebbe che i ragazzi usassero una parte di questo tempo inaspettatamente “libero” per accostarsi alla lettura, per trovare in sè qualche passione, per scoprire e valorizzare un talento, per imparare cose nuove, per coltivare qualche nuovo interesse.

Mi piacerebbe che i ragazzi riscoprissero il valore del tempo e riuscissero a riempirlo con tante cose belle.

Milano - Kasa dei libri

Don Lisander aveva capito tutto.

 “Si potrebbe però, tanto nelle cose piccole, come nelle grandi, evitare, in gran parte, quel corso così lungo e così storto, prendendo il metodo proposto da tanto tempo, d’osservare, ascoltare, paragonare, pensare, prima di parlare.”

Così, nel capitolo XXXI dei Promessi Sposi il Manzoni critica il percorso tortuoso che porta, dopo infinite discussioni ed elucubrazioni, i tanti “dotti” o presunti tali a riconoscere l’effettiva esistenza della peste, oltre che ad attribuirla ad un complotto internazionale messo in atto attraverso gli untori.

E’ incredibile come, rileggendo i capitoli della peste manzoniana, si scoprano tante analogie con il presente, tante reazioni e comportamenti che potremmo definire “contemporanei”, ma non c’è da stupirsi: il Manzoni conosceva bene l’animo umano e l’uomo, pur con tutto il suo progresso, pur con le conoscenze e le tecnologie resta sempre simile a se stesso.

In questi giorni di quarantena più o meno volontaria consiglio a tutti di andare a dare un’occhiata alle pagine del buon Don Lisander, che possono sembrare un po’ ostiche (il linguaggio è quello che è), ma sono di un’incredibile attualità e verità.

Milano - Piazza San Fedele

La sala di lettura.

All’ultimo piano dell’edificio della Fondazione Feltrinelli, uno spazio avveniristico nella zona di Porta Volta, inaugurato nel dicembre 2016, c’è una splendida sala di lettura, luminosissima e accogliente, proprio ad un passo dal cielo, dove gli studenti delle università milanesi trovano uno spazio, dotato di postazioni multimediali, in cui studiare in un ambiente quieto e vivibile.

L’edificio, il cui progetto è firmato dallo studio internazionale di architettura Herzog & de Meuron, ospita, al piano terreno, una libreria, al secondo una sala polifunzionale dove vengono allestite mostre interessanti, mentre gli altri piani sono dedicati ad uffici e spazi per seminari ed eventi capaci di ospitare circa centosessanta persone, ma il fiore all’occhiello è proprio la sala di lettura dell’ultimo piano con le grandi vetrate affacciate sulla città e sui modernissimi grattacieli di Porta Nuova.

La Fondazione Feltrinelli è una tra le costruzioni che, in questi ultimi anni, hanno modificato il volto della città, integrandosi perfettamente, pur con il loro aspetto modernissimo, nel suo tessuto urbano.

Milano - Fondazione Feltrinelli

Meraviglioso.

Meraviglioso è starsene lì, sul balcone, al freddo e al buio per osservare la luna che scivola leggera nella penombra della prima eclissi dell’anno.

L’ombra impalpabile non nasconde il volto della luna, ma al contrario ne esalta i dettagli e così i crateri sembrano più netti e i rilievi si stagliano con più precisione rispetto a quando la osservo, luminosissima, nelle notti di plenilunio.

Eppure scoprire tutti i particolari non attenua il mistero di questo corpo celeste che, da sempre, ha affascinato gli uomini e ha ispirato loro leggende e racconti e versi immortali.

“O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l’anno, sovra questo colle
Io venia pien d’angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.”

Così cantava il Leopardi, forse proprio in una notte di plenilunio come questa, perdendosi nel suo dialogo silenzioso con la luna, muta testimone delle vicende dolorose della sua vita.

A pensarci bene la luna è sempre lassù, silenziosa e quasi indifferente, su di lei proiettiamo i nostri sogni, le nostre speranze, le nostre sofferenze e forse, quando ci perdiamo nella contemplazione del suo volto, in realtà percorriamo i più segreti sentieri della nostra anima.

Cavenago di Brianza - Eclissi di Luna del 10-01-2020

L’intelligenza del cuore.

“Ogni donna è stata ed è una bellissima bambina, troppo spesso trasformata in merce da chi non riesce a comprenderne il bisogno d’amore e di cura“.

Questa, in estrema sintesi, è la ” morale” del racconto portato in scena, ieri sera al teatro di Oreno, da una Lella Costa in gran spolvero.

Prendendo spunto dalla “Traviata” di Giuseppe Verdi e dalla “Signora delle camelie” di Alexandre Dumas e passando attraverso le storie di due grandi dive, Maria Callas e Marilyn Monroe, donne che hanno sofferto per grandi amori non corrisposti, donne lontane nel tempo e nello spazio, ma così simili, Lella Costa rende omaggio, con sensibilità, intelligenza e sorridente ironia a tutte le “Traviate” del mondo.

Sul palcoscenico, accanto all’attrice, un pianoforte accompagna le arie più celebri dell’opera verdiana, interpretate dal vivo da una soprano e da un tenore, permettendo così un dialogo quasi surreale tra la narratrice e Violetta e Alfredo.

Lo spettacolo riesce a raccontare come ci siano linguaggi immortali, il melodramma e il romanzo d’appendice, e come certi meccanismi dell’innamoramento e delle relazioni siano veramente comuni a tutti noi.

Oreno - Locandina

Cosa sa fare un libro?

Un libro sa fare veramente molte cose: interessa, appassiona, insegna, diverte, guida alla scoperta di nuovi mondi, fa vivere infinite vite.

Ma i libri per bambini fanno molto di più perché spalancano loro le porte di un paese fantastico fatto di storie, di colori, di personaggi strampalati, di animali curiosi, di oggetti animati e fantasiosi.

Una volta al mese, al sabato mattina, ho lo straordinario privilegio di leggere, in biblioteca, per i bambini da zero a cinque anni ed è sempre un’esperienza favolosa: i bambini stanno lì, seduti in cerchio sul tappeto morbido e colorato e ascoltano, anche quando sembra che siano distratti e che stiano facendo altro, interagiscono e a modo loro commentano, ti porgono un libro da leggere con le faccine serie e poi stanno lì, accanto a te e lo sfogliano con te e vorrebbero che tu lo leggessi e lo rileggessi mille volte, sempre con la stessa intonazione, sempre con gli stessi gesti, con le stesse “vocine”.

Adoro questo appuntamento con i piccolissimi perché ho l’impressione (… e pazienza se mi illudo) di prenderli per mano ed accompagnarli, in punta di piedi, in un’esperienza importante che, in qualche modo, contribuisce ad aiutarli a crescere.

Se le mie letture li aiuteranno ad appassionarsi ai libri e alla lettura saprò di essere stata, almeno in piccola parte, utile.

Cavenago di Brianza. Nati per leggere