Archivi giornalieri: 6 Gennaio 2008

Inverni di tanto tempo fa.

Raccontano gli anziani del mio paese che tanto tempo fa l’inverno era più inverno, allora c’erano poche case con stalle e cortili, raccolte intorno alla piazza dove si affacciavano, e si affacciano ancora adesso, una di fronte all’altra, la chiesa e la dimora settecentesca dei conti Rasini.

All’inizio del ‘900 il “Palazzo, come lo chiamavano ancora con un sentimento di rispetto gli abitanti del paese, era passato più volte di mano e nei saloni del piano nobile era stato sistemato un incannatoio, così le operaie avvolgevano interminabili matasse di lucida seta sotto gli antichi soffitti a cassettoni.

Nelle mattine gelide le donne si recavano in piazza dove c’era il pozzo e fra i litigi e le dispute, che nascevano per questioni di precedenza, si mettevano in fila per attingere l’acqua per tutti gli usi domestici.

Le case erano gelide, il focolare serviva quasi unicamente per cucinare, l’unico luogo dove si poteva trovare un po’ di tepore era la stalla dove ci si radunava, soprattutto alla sera, per recitare il rosario, raccontare storie, ricamare il corredo o rammendare gli abiti ormai consunti.

Quando nevicava la neve si accumulava sui tetti e lì restava a lungo, perchè dalle stanze sottostanti non c’era certamente dispersione di calore, ai primi tepori scivolava lungo gli spioventi qualche volta trascinando con sè, in modo rovinoso, qualche tegola.

Per i bambini l’acqua delle pozzanghere che ghiacciava nel cortile era una festa, allora il gioco preferito era la “schirlighera” che consisteva nello scivolare sul ghiaccio, possibilmente senza perdere gli zoccoletti e senza cadere rovinosamente.

D’inverno la vita era ancora più dura, senza indumenti caldi, senza calore nelle case, senza medicinali efficaci a combattere le malattie da raffreddamento, con i famigerati “geloni” sempre in agguato eppure quando gli anziani parlano di quei tempi andati, di certi inverni rigidissimi, si scorge una punta di malinconia: la tenerezza del passato.