Il ritorno a scuola dopo le vacanze natalizie ha un ritmo incredibilmente lento, eppure non si può perdere tempo, il quadrimestre sta per finire, bisogna fare le ultime verifiche, correggerle in tempi brevi, prepararsi psicologicamente agli scrutini e poi alla consegna delle schede: tutto ciò significa una quantità incredibile di carte da compilare e di tempo da impegnare in attività poco divertenti.

Anche i ragazzi sembrano risentire di questo clima: alla mattina, quando la strada è ancora avvolta nelle ultime ombre della notte non ancora finita, si avvicinano alla scuola silenziosi, trascinando stancamente i carrellini con libri e quaderni, si tratta del lento assalto delle “truppe carrellate”.

Il rientro a scuola mi ha regalato un cambiamento d’orario che mi ha un po’ depressa: le due prime ore della mattina del mercoledì si sono tramutate nelle ultime due del pomeriggio e ciò comporta dover spiegare una quisquilia come l’Iliade quando ormai i ragazzini sono stanchi e spompati da un’intera giornata di lavoro.

Mi toccherà fare qualche fuoco d’artificio per tenere incatenata la loro attenzione, ma mi consolo penando che, contrariamente a quanto si potrebbe credere, l’anno scolastico è già quasi finito: tra un mese sarà carnevale e poi Pasqua e, fra gite, spettacoli teatrali, attività sportive e il ritorno della primavera, arrivare a giugno sarà un attimo.