Devo confessare che faccio parte di quel gran numero di italiani che, in queste sere di Festival (di Sanremo, naturalmente) ha disertato ma vorrei rassicurare l’indomito Pippo nazionale (son passati i tempi in cui era nazional-popolare e sbancava l’auditel): la mia scelta di fare altro in queste sere non dipende dall’abitudine alla televisione spazzatura, non dipende dal rifiuto dei programmi di qualità perchè non fanno scandalo o non ci si insulta e ci si scazzotta.
Lunedì ho partecipato ad una riunione, martedì teatro (Amleto di Lella Costa), mercoledì ho corretto verifiche (ma forse non c’era il Festival, o c’era?), giovedì un bel film e nelle altre sere…sicuramente troverò qualcosa di interessante da fare, ma non ho nessuna intenzione di sorbirmi una trasmissione di circa quattro ore per sentire delle canzoni che, quasi sicuramente, non contribuiranno a scrivere la storia della canzone italiana e anche se questo dovesse succedere sicuramente lo verrò a sapere a tempo debito.
E’ da quando avevo vent’anni che penso che il Festival sia sostanzialmente inutile, ma, fino a pochi anni fa, gli ascolti erano tali da dare ragione agli estimatori i quali, pur mugugnando, continuavano a restare incollati ai teleschermi.
Oggi la situazione è cambiata, il gusto è cambiato, l’offerta è cambiata e allora forse è il caso di ridisegnare l’evento magari sullo stile dell’Eurovision Song Contest, che è molto più agile e veloce ed è veramente una vetrina delle nuove tendenze musicali (oltre che essere l’evento televisivo, non sportivo, più visto al mondo).