Archivi giornalieri: 21 Gennaio 2008

In una nebbiosa mattina d’inverno.

E’ fatale: dopo una settimana di pioggia e due giorni di cielo sereno arriva la nebbia, per lo meno dalle mie parti, una nebbia fitta, gelida, piovigginosa, che fluttua portata dall’aria e copre ogni cosa come una coltre biancastra dallo spessore mutevole.

Quando la nebbia si dirada un po’ il sole sembra fare capolino, è un sole timido, chiaro, si può fissare impunemente come attraverso uno schermo opaco.

Chi abita dalle mie parti, al limite della valle Padana, è abituato a convivere con la nebbia, l’ha respirata a pieni polmoni fin da bambino, anche se negli ultimi anni il fenomeno si è fatto sempre meno imponente: gli anziani ricordano, con una punta di nostalgia del tempo andato, i nebbioni fitti del passato, quando non si vedeva neppure l’altro lato della corte.

Erano i nebbioni come quello nel quale si smarrisce il nonno di “Amarcord” che, improvvisamente, teme di essere morto, dove ci si sente completamente annullati e soli, dove si perde il senso dell’orientamento e delle distanze, tutto il paesaggio muta e ciò che fino a poco prima ci era familiare diventa ignoto e quasi mostruoso.

Erano i nebbioni che ricordo, da bambina, insinuarsi nel Duomo e impigliarsi con dense volute, come incenso, fra gli archi gotici e le ogive decorate oppure quelli popolati dai leggendari spettri che, come la Dama del castello, preferiscono l’invisibilità delle notti nebbiose per aggirarsi nella città che sembra incantata.

E’ incredibile, ma, dalle mie parti, anche la nebbia ha il suo fascino arcano.

nebbia