Archivi giornalieri: 20 Aprile 2007

Punti di vista.

Quando si deve spiegare a dei ragazzini quanto sia importante vedere la realtà da diverse visuali e quanto sia fondamentale, per la comprensione dell’altro, assumerne il punto di vista, o almeno prendere coscienza della sua esistenza ci si trova di fronte ad un muro di gomma.

I ragazzini sono, in genere, abbastanza “assolutisti” e faticano parecchio a calarsi nei panni di un altro e a cercare di capire che possono esistere diverse verità a seconda dei diversi modi di interpretare la realtà, spesso per gli adolescenti o è tutto bianco, o è tutto nero, la zona grigia non esiste.

Si può usare il metodo del professor Keating: salire in piedi sulla cattedra ed invitare gli allievi a fare la stessa cosa, per imparare a guardare il mondo dall’alto; peccato che poi si debbano fare i conti con l’ira funesta del personale incaricato di fare le pulizie dell’aula (se ci fate caso nel film “L’attimo fuggente” non si fa menzione al personale addetto alle pulizie, eppure la cattedra doveva essere inguardabile dopo che una ventina di baldi giovanotti, provenienti dal cortile, vi avevano camminato in lungo e in largo, ma forse il personale del New England, ai tempi, non era sufficientemente sindacalizzato).

Anche per una questione anagrafica, a causa della quale mi risulta estremamente difficile inerpicarmi sugli arredi dell’aula, io preferisco affrontare il discorso leggendo un brano che si trova su quasi tutte le antologie della scuola media, nella sezione fantascienza: “La Sentinella” di Fredric Brown.

E’ un racconto brevissimo, una paginetta scarsa, nel quale è descritto un soldato che fa la guardia su un asteroide sperduto, lontano centinaia di anni luce, è stanco, avvilito, affamato e impaurito, quando vede avvicinarsi il nemico, un alieno viscido e mostruoso, lo fredda non senza provare una sconvolgente ripugnanza per il suo aspetto.

Il finale, però, è denso di significato e colpisce il lettore come un pugno nello stomaco, lasciandolo quasi senza fiato ed è proprio questa sensazione che permette ai ragazzi di intuire cosa significhi “veramente” capire il punto di vista dell’altro, cosa significhi mettersi nei panni di qualcuno per il quale la realtà è interpretabile in modo diametralmente opposto.

Questo è il motivo per il quale la lettura del racconto mi sembra un metodo più pratico di quello del professor Keating per raggiungere lo stesso scopo.

Se non avete mai letto il racconto e non sapete come va a finire non aspettatevi che ve lo sveli io…posso solo dirvi che il Maggiordomo non ha nessuna responsabilità!