Le ho incontrate quando erano poco più che bambine, piene di dubbi, incertezze, speranze, ambizioni, alcune un po’ goffe come farfalle rinchiuse in un bozzolo che ne camuffava la grazia e la bellezza, consapevoli della loro forza e della loro intelligenza, ma non ancora pronte a fidarsi della loro intelligenza e della loro forza.
E le rivedo oggi, sui social spesso, ma anche per la strada, al supermercato, negli uffici, le vedo ormai diventate grandi e bellissime come fiori d’acciaio, alcune con il capo incoronato di alloro, alcune con un bimbo o una bimba accanto, donne che hanno trovato un posto nel mondo, che svolgono una professione che si sono assunte delle responsabilità e che, finalmente, hanno imparato ad affidarsi alla loro forza e alla loro intelligenza.
Mi piace pensare di aver percorso un pezzetto di strada con queste donne, mi piace immaginare di aver lasciato loro qualcosa che le abbia aiutate nel tempo a realizzarsi.
Vederle crescere è il raro privilegio di chi, come me, ha passato una vita tra i banchi di scuola.