Oggi non sono andata a fare una visita al cimitero anche perché ho preferito evitare una possibile situazione di affollamento e di incontri, in fondo il ricordo, lo smarrimento per l’assenza delle persone più care si vivono anche, e forse di più, tra le mura di casa, quando lo sguardo cade su una sedia vuota, su un oggetto, su un cassetto chiuso da sei anni che non riesco ancora ad aprire.

Preferisco andare al cimitero negli orari in cui so che c’è poca gente e non solo ora che il timore della pandemia consiglia qualche cautela, ma anche perché ho bisogno di silenzio e di raccoglimento, ho bisogno di poter parlare con i miei cari senza distrazioni, senza incontrare gli sguardi di altre persone.

Il “mio” luogo del silenzio non è fisico, ma è uno spazio che si allarga nel mio cuore soprattutto in giornate come questa in cui l’assenza sembra più dolorosa.