Torno ora dall’incontro con la mia nuova classe, torno ora dalle prime ore di questo nuovo anno scolastico: come sempre l’impressione è quella di una ventina di visetti spauriti, che non conosco ancora, che mi fissano con lo sguardo vagamente sulla difensiva.
Vorrei entrare in classe col cipiglio fiero, vorrei essere temibile, ma non è nelle mie corde: in fondo sono convinta che la scuola sia un piacere e debba esserlo per loro quanto per me, da nessuna parte sta scritto che non si possa fare sul serio anche divertendosi, con leggerezza, con un sorriso.
La scuola che sogno non è Alcatraz, ma un luogo dove si va volentieri, dove si lavora sodo, ma c’è il gusto di imparare, c’è la curiosità della scoperta, c’è la gioia del rapporto umano.
Nella mia scuola la cerimonia di accoglienza è un affare complicato: i ragazzini di prima entrano in palestra, accompagnati dai genitori, e vengono accolti da quelli di seconda che si esibiscono in un breve concerto.
Ogni ragazzino viene chiamato per nome, il Preside gli stringe la mano, e le insegnanti lo invitano a lasciare, su di un grande foglio bianco, l’impronta e la firma, poi un ragazzino più grande gli consegna il libretto delle comunicazioni con la famiglia che lo accompagnerà per tre anni, quindi si va in classe.
Fa tenerezza vedere, di tanto in tanto, i ragazzi di terza, grandi e grossi, che furtivamente confrontano la loro mano con l’impronta lasciata tre anni prima, quasi a sincerarsi del cammino percorso.
Buon anno scolastico a tutti!
buono studio a tutti, certo che una maestra come la sciura Pina…averla avuta…
Ma che bello!
Io ho avuto un Primo Giorno da elmetto, oggi… rimando a domani la descrizione. Buon lavoro a te! 😉
Grazie della visita! un saluto Dak.
Mi riesce difficile credere che i ragazzini d’oggi abbiano visetti spauriti, a meno che non adottino la tattica del Gatto con gli stivali del famoso cartoon “Shrek”, il che mi sembra plausibile.
Trovo invece che siano impertinenti più di quanto si sia disposti a tollerare e con una gran faccia tosta.
“sono convinta che la scuola sia un piacere e debba esserlo per loro quanto per me” questa frase e comunque tutto il post mi fa davvero apprezzare una “vera” insegnante.
Mio figlio inizia giovedi mattina
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Quando ho iniziato io la scuola non ho avuto una cerimonia così bella! L’idea è veramente carina.
Leggendo il tuo post ho cominciato a sentire una leggera nostalgia…leggera però ^_-. Un bacio
Bellissimo…
ciao! la scuola non mi manca affatto! non sono mai stata portata per le abitudini… involontariamente, finivo con l’odiare tutti, ma non per cattiveria. i prof non facevano altro che ripetermi che ero strana, diversa… poi, all’università è andata molto meglio. riuscivo ad organizzarmi a tal punto che nell’ultimo periodo ho portato avanti anche un lavoro. tra qualche giorno inizierò un corso di grafica a Bari. L’arte è la mia passione! spero di riuscire a trovare un lavoro in questo campo. E l’insegnamento? Si vedrà in futuro… forse.
a presto!!
Catj
Cara Sciura Pina,
innanzitutto Buongiorno. Che bello leggere questo post. Io ho un blog da diverso tempo e riesco con difficoltà a trovare dei blogger con i quali ci sia “corrispondenza di amorosi sensi”.
Io ho amato tantissimo il periodo della scuola dove poter imparare era gratuito, nel mondo del lavoro non è così. Sento la voce di mio figlio che mi dice, certo che non è così a te ti pagano persino, ma forse tu hai capito cosa intendo.
Ciao ed alla prox.
Clio
Che bambini fortunati con una maestra così !
Bello avere il racconto di chi sta dall’altra parte dei banchi…. 😉
ciao e buon inizio!
Impossibile per noi trasferirci a Milano. Non è che tu per caso stai valutando un trasferimento in Toscana, vero? In quel caso fammelo sapere perché mi piacerebbe tanto un’insegnate così per mia figlia quando andrà alle Medie!
Io ho più di 40 anni. Ho molti ricordi, molti altri li ho persi.
Ma una cosa non dimenticherò mai. Il mio primo giorno di scuola e soprattutto la mia maestra. Sono stato fortunato, ho sempre avuto ottime maestre alle elementari. E sono certo che ciò che sono oggi lo devo anche a loro.