Formidabili quegli anni.

Qualche sera fa è andata in onda una trasmissione che rievocava il 1963, con immagini di repertorio interessantissime: la visita di Kennedy a Berlino ( con il famoso “ich bin ein berliner), la marcia a Washington per chiedere i diritti civili e Martin Luther King (“I have a dream”), il concerto di Joan Baez e la tournè italiana dei Beatles, i monaci buddisti che si davano fuoco a Saigon e il generale De Gaulle che incontra il tedesco Adenauer.

Nel 1963 avevo dieci anni e capivo poco di quegli avvenimenti, ma a tavola se ne parlava (allora la televisione non era un rumore di fondo continuo) e anch’io ascoltavo, chiedevo ai miei genitori di chiarirmi i concetti più difficili e loro, per fortuna, erano prodighi di spiegazioni.

Poi sono passati gli anni, ma mi rendo conto che le parole che avevo udito si erano come sedimentate nella mia coscienza, anche quello che non riuscivo a capire aveva contribuito a creare il mio modo di pensare e ora scopro che alcuni semi importanti sono stati gettati allora, se io oggi penso che tutti gli uomini hanno uguali diritti, che con la violenza non si ottiene nulla, che la pace è un bene assoluto, che non dobbiamo pensare solo a noi stessi, ma siamo, in qualche modo, responsabili anche degli altri forse lo devo proprio ai discorsi che i miei genitori avevano rielaborato per me, perché capissi idee ben più grandi della mia testolina.

Come ho già avuto modo di dire sono stata una bambina fortunata, non perché cresciuta nell’agiatezza, che di soldi a casa mia se ne sono visti sempre pochini, ma perché ho avuto, nei miei genitori, un punto di riferimento costante, la mia “seconda stella a destra…verso il mattino”.

11 pensieri su “Formidabili quegli anni.

  1. Balthazaar

    Ho come l’impressione che fossero quelli gli anni in cui tutto doveva accadere, gli anni in cui poi è accaduto quasi tutto. Sordida epoca è invece quella della mia generazione. Ho nostalgia di un passato che non ho avuto.

  2. Captain's Charisma

    Beh alla fine il compito dei genitori dovrebbe esser proprio questo, illuminare la via da seguire e aiutare i figli a percorrerla…tu sei stata fortunata e credo anch’io…

  3. Miky

    Sono arrivato due anni dopo … ma, nel periodo in cui sono cresciuto, ancora si sentivano abbondantemente gli influssi di quel periodo.
    Ho visto una netta differenza tra la mia infanzia e quella di mio fratello, col quale c’è una differenza di età di appena 9 anni.
    Si erano già persi tanti valori che per noi erano spunto di lotte, impegno, voglia di creare qualcosa di diverso.
    Ci si divertiva con poco, c’era più amore per le piccole cose e si inseguivano grandi sogni.

    Ciao
    Miky

  4. hariseldom

    Io ne avevo 9 nel 1963, ho raccontato la mia vita di allora della mia infanzia e dei miei ricordi e iniziato a scivere quasi un romanzo. Peccato che non sei su splider

  5. elrond

    Gran parte del nostro destino dipende dai genitori che riceviamo in dote…
    Da padre la cosa mi spaventa…ma non mi toglie entusiasmo…ANZI!

  6. elrond

    Gran parte del nostro destino dipende dalla buona sorte che abbiamo (o meno) avuto quando ci sono stati in dote i nostri genitori…
    Da padre sento il peso di questa responsabilità…ma non perdo entusiasmo nel crescere col mio piccolino!

  7. carmen

    Io allora avevo solo un anno più di te, non ho un ricordo nitido come il tuo ma il richiamo di certi avvenimenti, ti possono far capire se sei stato estraneo alla cosa o no , mi rendo conto che qualcosa è rimasto anche in me.
    Buona serata
    Carmen

  8. Raffaella

    I genitori migliori sono quelli che sanno essere una stella senza quasi sembrarlo… è l’aria che si respira in una casa, l’humus che nutre i germogli che sono i figli a fare gli adulti di domani (e tu devi aver respirato una gran bella aria!).
    Ciò che auguro alle mie bambine per il loro futuro – oltre a salute e felicità ovviamente – è che siano oneste e consapevoli, giuste e solidali ed è con l’impegno e l’esempio mio e del loro padre che cerco di fare sì che questo accada; una mia conoscente – che dopo tanti anni evidentemente non mi conosce ancora tanto bene – dice che rischio di farne delle infelici, delle diverse, perchè al giorno d’oggi per essere “vincenti” bisogna avere una scorza dura… se davvero è così, W la differenza!!!
    Raffa

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