Archivi giornalieri: 17 Marzo 2007

Intercettazioni.

Mi dà un po’ fastidio l’idea delle intercettazioni telefoniche, mi destabilizza pensare che, mentre sto parlando, con la mia migliore amica, dell’ultimo film, che potrei anche definire una bomba, qualcuno possa mettersi in allarme o possa appuntarsi i miei giudizi, non sempre pietosi, su qualche collega anche se, onestamente, non credo che qualcuno possa prendersi la briga di intercettare me, ma non si sa mai nella vita, potrei chiamare qualcuno che, a sua volta, sta sotto controllo e io di controllo (o per meglio dire autocontrollo) non ne ho per nulla.

Ogni tanto, mentre parlo al telefono, mi ritrovo a pensare a come le mie parole potrebbero essere interpretate da uno che non mi conosce e soprattutto non conosce il mio gergo, i miei modi di dire.

Faccio un esempio per chiarire il concetto.

Molti anni fa mio padre lavorava per un tizio, che a me sembrava un tantino losco, che, in famiglia, avevamo allegramente ribattezzato “la piovra”: quando il suddetto passava da casa nostra, solitamente davo un colpo di telefono a mio padre ed il tenore della conversazione era più o meno questo:

“Ciao papà, è stata qui la piovra”
“Bene, cosa voleva?”
“Aveva da proporti il solito lavoro sporco” (espressione che stava ad indicare qualche incombenza assolutamente lecita, ma noiosa come inventariare componenti elettroniche ).

Capite cosa intendo? Roba da commissione antimafia.

Ma c’è di peggio: lo zio di Verona, che aveva una grande fattoria, di tanto in tanto macellava un maiale ed aveva la simpatica abitudine di dare ai suoi animali (soprattutto ai maiali) il nome di qualche esponente politico del partito che gli piaceva di meno.

Per carità di patria ci inventeremo un nome di fantasia, per esempio Pincopallo, le telefonate suonavano pertanto così:

“Venite su domenica”
“Perchè?”
“Giovedi ammazzo Pincopallo, così poi facciamo festa tutti insieme!”
“Perchè vuoi eliminare proprio Pincopallo?”
“Sta diventando un po’ ingombrante”
“Pensi di usare la pistola?”
“No lo scanniamo”
“Mi raccomando fai sparire le tracce di sangue che i bambini sono impressionabili”

Ora mi chiedo dove sarebbero finiti mio padre e mio zio se le loro telefonate fossero state intercettate: roba da arresto.

Purtroppo anch’io ho ereditato il gusto delle ardite metafore, soprattutto quando parlo al telefono e mi “scaldo” per qualche avvenimento che mi fa indignare.

D’ora in poi devo stare più attenta e impormi un minimo di sana autocensura, non vorrei mai dovermi ritrovare a cercare di spiegare qualche espressione ambigua a chi pensa di aver già capito tutto.