Archivi giornalieri: 24 Febbraio 2007

Premana

Tra i numerosi paesi della Valsassina ce n’è uno un po’ particolare, situato in fondo alla valle: quando la strada scende di nuovo verso il lago bisogna deviare a destra, verso la montagna e si sale fino a scorgere Premana appoggiata sul fianco impervio del monte.

E’ un paese molto caratteristico, con le case che sembrano crescere una sull’altra, collegate da viuzze parallele strettissime unite fra loro da scale e portici.

La gente ha mantenuto le tradizioni antiche, nei giorni di festa le donne portano ancora il costume (ol morél) elegantissimo e sobrio, gli uomini lavorano ancora il ferro: le lame di Premana sono conosciute in tutto il mondo.

La tradizione della lavorazione del ferro ha origini remote, già i romani conoscevano le miniere di minerali ferrosi della Val Varrone (una delle valli che si dipartono dall’abitato) e in passato a Premana si forgiavano i “pettini” le decorazioni che ornano la prua delle gondole veneziane.

La storia di questo comune, che non ha visto lo spopolamento che di solito caratterizza le località di montagna, dove la vita è dura e il lavoro poco remunerativo, è documentata in un piccolo ma ricchissimo museo etnografico, dove sono rappresentati la vita, il lavoro e i costumi degli abitanti.

Ma la caratteristica di Premana sono gli alpeggi: piccoli villaggi di cascine e stalle, situate in quota, dove, un tempo, si saliva con le mucche nella stagione estiva, per sfruttare i pascoli alti.

Oggi gli alpeggi (o Alpi, come le chiamano qui) non sono stati abbandonati, le casette sono state riattate e sono abitate, soprattutto nei mesi estivi, quasi esclusivamente da premanesi, in mezzo ai piccoli abitati, che sembrano fondali da presepe, c’è sempre una fontana di acqua freschissima e una croce di legno.

La gente è dura e schiva, come la montagna, ma se il turista non è invasivo e rispetta la riservatezza del luogo, viene accolto con cordialità: mi è capitato spesso, durante le mie camminate, di fermarmi presso una fonte e di ritrovarmi a scambiare quattro chiacchiere con gli abitanti o ad assaggiare una fetta di dolce di mele o un pezzetto di formaggio offerto con spontaneità e cortesia.

In estate ogni alpeggio celebra il rito del “past”: si tratta di un pasto collettivo, le cui origini si perdono nella notte dei tempi, che consiste in un piatto di riso in brodo di carne lessata (un tempo di pecora) seguito da una razione (“part”, sufficiente per quattro persone) di carne e verdure.

Dopo il pranzo è il momento dei canti tradizionali, che ricordano, per la loro particolare polivocalità, i cori sardi.

Tutte queste particolari caratteristiche, unitamente alla impervia bellezza delle montagne circostanti fanno di Premana una meta non banale per una gita: come spesso accade l’Italia dei piccoli centri nasconde gioielli che nulla hanno da invidiare alle celebratissime città d’arte, è la dimostrazione che il nostro paese riserva, ad ogni piè sospinto, occasioni per conoscere luoghi veramente unici per bellezza e tradizioni.

alpeggio