Archivi giornalieri: 5 Febbraio 2007

Tempo di scrutini.

In questi giorni, in quasi tutte le scuole d’Italia (almeno in quelle che, all’inizio dell’anno scolastico hanno votato di dividerlo in quadrimestri, sì avete capito bene: bisogna votare) si celebrano quelli che un mio collega piuttosto ironicamente definiva i “ludi cartacei” cioè gli scrutini.

In poche parole in un breve volgere di tempo gli insegnanti sono sommersi da carta: griglie da compilare, giudizi globali da redigere, giudizi analitici da decidere, schede di valutazione da riempire in ogni parte (anche la più recondita).

Ci si siede intorno ad un tavolo e ogni insegnante illustra la situazione dal suo punto di vista (punti di vista non raramente divergenti), ogni ragazzino viene analizzato e descritto in poche parole, toccherà poi al coordinatore del consiglio di classe, di solito l’insegnante di lettere (per la mia classe io) consegnare la scheda ai genitori illustrando la situazione del pargolo al di là della fredda sintesi dei giudizi espressi.

I genitori, d’altra parte, arrivano a scuola abbastanza ansiosi di sentirsi dire che il figliolo va bene, non ha problemi, è un piccolo genio, avrà sicuramente successo negli studi e nella professione, vivrà a lungo felice e contento…

Se la scheda di valutazione non corrisponde alle aspettative di solito la colpa è degli insegnanti, della società, della televisione, dei telefonini, del buco nell’ozono…e chi più ne ha più ne metta.

Devo riconoscere che gli insegnanti, qualche volta, faticano a mettersi in discussione e a valutare il proprio lavoro alla luce dei risultati ottenuti dagli allievi, ma i genitori riescono a batterli di tre lunghezze.

La colpa (o la responsabilità) è sempre di altri.

In mezzo ci sono i ragazzini che ormai (secondo me) fanno solo finta di aver timore della valutazione e degli esami, tanto sono “accidenti” che raramente toccano in modo decisivo la loro vita: i loro interessi sono altrove, la loro mente è altrove, il loro cuore è altrove e sicuramente il successo scolastico non è fra le loro preoccupazioni.

Forse queste sono considerazioni pessimistiche, dettate dalla stanchezza e dallo stress da scrutinio, ma di solito, in questo periodo dell’anno e a giugno mi sento sempre un po’ così, insoddisfatta del mio lavoro, oppressa da un vago senso di inutilità e impotenza.

Ed è già lunedì, si torna in trincea…

targa