Ci sono momenti in cui ho voglia di scappare e questo è uno di quei momenti, ho voglia di scappare dalla banalità di certi discorsi, certo forse basterebbe spegnere la televisione dove giornalisti, sportivi, politici e sociologi analizzano il fenomeno della violenza negli stadi, continuando a ripetere le stesse frasi, invocando “segnali forti”, chiedendo provvedimenti eccezionali.

Certo basterebbe spegnere la televisione, ma queste frasi ti seguono per strada e nei bar, dove l’inutilità dei discorsi è amplificata da decine di voci.

Sono le frasi che tornano puntualmente quando si verificano episodi di violenza, qualche volta un po’ ipocrite, perché sotto sotto tutti sanno che se ci fosse realmente la volontà di cambiare la situazione, forse , invece di tanti discorsi, si potrebbero attuare delle strategie già collaudate con successo in altri paesi.

Oggi non si giocano le partite di calcio, come se il calcio non fosse solo un pretesto per scatenare una violenza che è presente nella nostra società, come se l’inciviltà non facesse parte della nostra vita quotidiana.

Forse è giusto non giocare se questa pausa permetterà a tutti di riflettere su quanti interessi, quante connivenze, quanta smania di protagonismo, quanto potere circolino in quello che, lo dico senza retorica, dovrebbe essere un mondo pulito.

Forse non amo abbastanza il calcio, forse mi interessa solo marginalmente, perciò non riesco a capire quali passioni possa scatenare, ma mi sembra sempre assurdo considerare i tifosi delle altre squadre nemici e una vittoria o una sconfitta come qualcosa che ti cambia la vita.

Forse non sono abbastanza coinvolta, ma mi sembra che le cose che contano siano altre.