Non ci sono alternative, almeno stando alla lettera indirizzata al ministro competente da un preside che si rifiuta di percorrere la “facile” soluzione di far pagare i corsi di recupero estivi alle famiglie.
Tutti promossi, con il sei politico, perchè non ci sono i fondi per organizzare i corsi o tutti bocciati, per lo stesso motivo: questo è lo scenario che si prospetta a molti dirigenti scolastici.
Non capiscono, questi dirigenti, che finalmente si è tornati alla scuola del rigore nella quale i corsi di recupero non sono neanche previsti o prevedibili, la scuola nella quale gli studenti studiano senza tante distrazioni, la scuola nella quale i ragazzi non hanno bisogno di colmare le lacune per il semplice motivo che le lacune non si creano neppure.
Nel caso remoto che qualcuno si trovasse in difficoltà o nella necessità di recuperare ci sono sempre le buone, vecchie, care ripetizioni private…logicamente a carico delle famiglie.