Archivi giornalieri: 7 Aprile 2010

Nonni in affido.

Il Comune di Milano cerca volontari che si impegnino a prendere “in affido” anziani soli: si è notato infatti che le persone in età avanzata che restano a vivere nella propria casa, invece che andare in una casa di riposo, stanno meglio.

Per la famiglia affidataria si tratta  di un impegno quotidiano che consiste non solo nel cucinare per l’anziano o nel pranzare insieme, ma anche nelle occasioni di svago come un film, uno spettacolo teatrale, quattro chiacchiere in compagnia, una scappata dal parrucchiere, una passeggiata al parco.

In cambio la famiglia affidataria riceve un bonus di duecento euro: certo si tratta di un impegno finanziario per il comune, che comunque dovrebbe spendere di più se dovesse intervenire a sostegno degli anziani per l’abbattimento della retta della casa di riposo.

Mi sembra una bella iniziativa che tiene conto della esigenza dell’anziano di continuare a vivere nella propria casa, tra i suoi ricordi e le rassicuranti abitudini.

Resta comunque il problema di chi non è autosufficiente, in questo caso è la famiglia d’origine che si fa carico del proprio caro e se sceglie di non metterlo in una casa di riposo (spesso per problemi finanziari, ma anche per non sradicarlo dal proprio contesto di affetti) gli aiuti sono veramente pochi.

So per esperienza personale quanto possa essere difficile accudire un anziano non autosufficiente e continuare a svolgere il proprio lavoro, bisogna trovare una badante (nel mio caso segue mia madre fino a quando non torno da scuola) esperta e fidata, bisogna fare interminabili code in mille uffici per ottenere l’assistenza domiciliare, il prelievo del sangue in casa senza trascinare l’anziano in un ambulatorio alla mattina all’alba, la carrozzina per potersi spostare in libertà, i volontari con il furgone attrezzato per il trasporto delle carrozzine, quando si deve andare a fare una visita che non si può fare a domicilio e tutte quelle piccole cose che ti migliorano la vita.

E poi c’è l’ansia di trovarsi in una situazione un po’ claustrofobica (è brutto dirlo, ma è spesso così): se vogliamo andare al cinema o via per un week end bisogna organizzarsi con settimane di anticipo per trovare chi resta lì, a casa, al posto tuo e così, spesso, va a finire che non se ne fa niente.

Ogni tanto penso che sarebbe meglio (nonostante la spesa esorbitante) che mia madre andasse in una casa di riposo, dove forse sarebbe accudita in modo più professionale, ma poi mi dico che le mancherebbe l’affetto, il calore della sua casa (dove la mia famiglia si è trasferita per non crearle un distacco traumatico dalle sue abitudini) le mancherebbero le visite delle vicine, le quattro chiacchiere con le persone con le quali ha passato tanto tempo, mi dico che probabilmente perderebbe il gusto per la vita, perchè la vita che si troverebbe a vivere non sarebbe più la sua e allora decido che possiamo continuare, pur tra mille difficoltà, a convivere.

Ogni tanto, però, mi piacerebbe avere un po’ di sollievo.