Archivi giornalieri: 14 Aprile 2010

Quello sconosciuto che gira per casa.

L’ennesima notizia di cronaca sullo scambio di foto e filmati (che definire osè sarebbe un pietoso eufemismo) tra ragazzini vede, come sempre più spesso succede, i genitori “cadere dalle nuvole”.

Sì perché lo sconosciuto, o la sconosciuta, che gira per casa non è un individuo introdottosi con la forza o con l’inganno tra le mura domestiche, ma più semplicemente è il cucciolo di casa, quello, o quella, che agli occhi degli ignari genitori, è poco più che un bambino.

Come già ebbi ad osservare circa tre anni fa, all’uscita dello  sconvolgente ritratto degli adolescenti “Ho 12 anni faccio la cubista mi chiamano principessa”, siamo di fronte ad una vera e propria emergenza educativa.

E’ ora più che mai necessario che i genitori, ma anche la scuola certamente, si mettano in ascolto con pazienza ed umiltà e cerchino di capire l’universo di questi ragazzi che sono sempre più lontani dal mondo degli adulti.

Non basta, per noi educatori, ricordare come eravamo a quell’età, perché noi quell’età non l’abbiamo mai avuta, o meglio, il mondo in cui vivevamo a quell’età è lontano da questo come la preistoria.

Non ci sono “manuali d’istruzione” per crescere i propri figli, ma è indispensabile l’amore che non significa solo stravedere per loro e accontentarli in tutto, ma stare loro vicini, con fermezza ed autorevolezza, condividere con loro il tempo, prendersi la briga di parlare con loro, ma anche, e soprattutto, di ascoltarli, avere il coraggio di dire qualche no, provare a dare qualche regola, a mettere qualche paletto.

Perchè i ragazzi, che ci crediamo o no, hanno bisogno di regole, magari giusto per il gusto di infrangerle, i ragazzi sanno se siamo credibili e ci sfidano, ogni giorno, sul terreno della credibilità, vedono le nostre incoerenze e le giudicano senza pietà, hanno un senso magari distorto della giustizia, ma sono pronti ad accettarci se sappiamo essere severi, ma giusti.

E’ difficile stare accanto ai ragazzi, ma è un compito che ci tocca.