Qualche giorno fa, in una trasmissione televisiva, era presente una giovane insegnante di scuola media, alla domanda del conduttore se usasse facebook o le chat per comunicare con i propri studenti, l’esimia docente ha risposto inorridita che se ne guardava bene.

Mi ha colpito la sua decisione e il suo netto diniego, ma poi ho ripensato a quanti, fra i miei colleghi (giovani e non), oppongono un netto rifiuto all’uso del social network considerati una suprema perdita di tempo, una occupazione frivola, una cosa da ragazzini che nulla ha a che fare con la serietà della scuola.

Questi insegnanti resterebbero stupiti se potessero leggere la chat di ieri sera su facebook che mi ha visto impegnata a discutere dell’interpretazione del romanzo “Animal Farm” con una mia allieva.

Abbiamo amabilmente chattato del testo, dei personaggi, della feroce critica allo stalinismo che fa l’autore e del confronto fra alcuni passi del libro e le tappe della storia studiata in classe.

Ecco, non voglio dire che facebook sia essenziale per la didattica, voglio solo osservare che nessuno strumento deve essere considerato stupido o inutile a priori se ci permette di comunicare con i ragazzi e se può aiutarci nel nostro lavoro.