Differenziamo.

Nel comune dove vivo la raccolta differenziata dei rifiuti è praticata da almeno dodici anni, con un po’ di difficoltà e di riluttanza abbiamo imparato, a poco a poco, ad organizzarci, ad usare i sacchi di diverso colore, a tenere d’occhio il calendario annuale (anche se qualche volta mi capita, verso mezzanotte, di ricordarmi all’improvviso che è il giovedì nel quale devo portare in strada il sacco giallo della plastica).

Quando il Comune varò la raccolta differenziata ci fu una campagna di informazione capillare, addirittura la classe nella quale insegnavo allora fu incaricata di realizzare un filmato pubblicitario per spiegare in modo chiaro come suddividere i rifiuti e devo dire che si trattò di un’esperienza divertentissima che ebbe, per lo meno, l’indiscutibile vantaggio di chiarirci le idee.

Nonostante tutto ogni tanto, rientrando a casa di notte dopo qualche riunione protrattasi un po’ troppo a lungo, mi capitava di incontrare per strada qualcuno che si aggirava con un sacchetto di plastica da abbandonare nel luogo più “opportuno”.

Poi gradualmente le cose hanno cominciato a funzionare ed ora siamo come tanti soldatini che, disciplinatamente, accatastano i sacchi del colore giusto, nei luoghi giusti, nei giorni giusti e con i rifiuti giusti.

Ma la perfezione non è di questo mondo e ogni tanto, gettando nell’apposito bidone il sacchetto rigorosamente biodegradabile dei rifiuti umidi, mi accorgo che qualcuno vi ha deposto una bella bustona di plastica da supermercato assolutamente non biodegradabile: evidentemente la via verso la corretta differenziazione è lunga e irta di ostacoli.

2 pensieri su “Differenziamo.

  1. kinnie

    La raccolta differenziata in maniera capillare non si attua facilmente dall’oggi al domani.
    Occorre un’organizzazione a livello politico che intervenga a monte (alla produzione)in modo che i materiali destinati ad essere smaltiti siano già confezionati in modo da essere più facilmente riciclabili e che intervenga anche nella gestione dei rifiuti a livello locale.
    Ma almeno per altri cinque anni penso che questa sarà solo utopia.
    Per quanto riguarda la sensibilizzazione, con un’adeguata pubblicità non sarà difficile ottenerla, e poi ci sarebbero anche altri mezzi.

  2. Haddock

    Sono profondamente convinto che la vera raccolta differenziata nasca in ogni singola casa. La politica giustamente deve fare la sua parte e mettere a disposizione tutti i mezzi, fisici e d’informazione, per giungere ad una percentuale di raccolta più elevata possibile. La scuola deve fare la sua, i media devono fare la loro (piuttosto che trasmettere spazzatura, farebbero bene a trasmettere messaggi per non abbandonarla… ) Spetta poi ad ogni singolo cittadino prendere il proprio senso di responsabilità e contribuire ogni giorno per fare funzionare tutta la macchina organizzativa. Anch’io vivo in un comune nel quale la raccolta differenziata fa parte oramai da anni della nostra “vita quotidiana”, è anche uno dei comuni ricicloni, termine che andava di moda quando è “saltato” fuori lo scandalo rifiuti in Campagna. E anch’io tornando a casa passo per strade un po’ fuori mano e i fossi sono pieni di sacchetti di ogni tipo, materassi e elettrodomestici… buttati lì di nascosto, magari anche sulla via che porta all’Ecocentro. La politica deve fare la sua parte, e la sua parte sta anche nel PUNIRE chi adotta questi comportamenti. Ma si sa che in Italia, la pena è molto relativa…

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