Dopo l’ennesimo ricovero ospedaliero, l’ennesimo intervento al cervello, l’ennesimo spavento ci siamo concessi una giornata “normale”, una gita nella zona dei laghi d’Endine e d’Iseo, qualche architettura contemporanea un po’ ardita, un pranzo delizioso in un ristorante “vista lago” (e che vista!).
Ci siamo coccolati e siamo stati coccolati dall’infinita cortesia della proprietaria del ristorante che ci ha offerto cibi prelibati, vini ricercati e tante piccole gentilezze come i due vasi enormi pieni di pezzi di liquirizia da assaggiare in zona caffè.
Abbiamo mangiato con calma (anche perché la lentezza è la parola d’ordine del ristorante) assaporando i cibi e il panorama del lago velato dalle nebbie autunnali, ma punteggiato dai colori accesi delle foglie che, ormai, cominciano a seccare sui rami, pronte ad abbandonarsi al primo refolo di vento.
Abbiamo scambiato chiacchiere oziose e un po’ disimpegnate, gustando la tranquilla gioia di essere ancora insieme, ancora lì, ancora noi.
Per le preoccupazioni, per il dolore c’è tempo.
Oggi è il tempo della pacata dolcezza.