Mai come in questi tempi si è fatta strada in me l’impressione che, nel nostro Paese, le regole siano discusse e discutibili, disattese, negate, considerate pura formalità.
Capita che venga la tentazione di interpretarle aggirarle, ignorarle, come se ne potesse fare a meno, ma le regole sono necessarie, spesso indispensabili, soprattutto quelle…ortografiche.
Ho un sacro rispetto delle regole per questo motivo resto basita davanti all’etichetta della macchinetta del caffè sulla quale campeggia allegramente la scritta “LA MACCHINA NON DA RESTO” come se l’accento fosse una pura formalità, un segno grafico trascurabile, resto talmente basita che introduco una moneta da un euro dimenticandomi che la macchina “non dà resto”.
Così, questa sera, in un centro commerciale mi sono impiantata davanti ad una insegna dove campeggiava la scritta “iscriviti quì” con un accento vigoroso, dal vago sapore rafforzativo e decisamente perentorio: se non fosse stato per l’accento mi sarei iscritta.
Per favore, rispettiamo almeno le regole ortografiche.