Adesso però, dopo la presentazione ( e la mancata presentazione) delle liste, dopo i corsi e i ricorsi, dopo le sentenze sulle quali, per definizione, non si discute, ma tutti discutono, dopo le manifestazioni di piazza, quella dello scorso sabato e quella del prossimo week end vogliamo, per cortesia, parlare di programmi?
Vogliamo capire quale progetto di regione ci prospettano i politici che ci chiedono il nostro voto?
Quale Lombardia vogliamo costruire? Che cosa si intende fare per il lavoro e per chi non ce l’ha, cosa si vuol fare per la scuola pubblica? Come verrà potenziata la sanità (anch’essa pubblica, possibilmente) ? Cosa si intende fare per tutte quelle persone che, come mia madre, hanno bisogno di assistenza continua, assistenza che, almeno per ora, ci arrabattiamo a fornirle noi familiari, con l’aiuto di una badante scrupolosa ed affettuosa? Cosa intendiamo fare per l’aria che respiriamo, che è sempre più inquinata? Come intendiamo salvare il territorio dalla cementificazione aggressiva e totalizzante?
Vogliamo parlare di questo nei prossimi quindici giorni o dobbiamo rassegnarci all’idea di votare un nome o un partito per poi lamentarci se fa ciò che ha esattamente promesso di fare?