Si cominciano a scorgere (a fatica, per la verità) i primi effetti del riordino “epocale” della scuola superiore: l’impressione è che un po’ dappertutto scompaiano ore di lezione e le sperimentazioni che erano il fiore all’occhiello di molti istituti.

I piani dell’offerta formativa (“POF” per gli addetti ai lavori) vedono un netto ridimensionamento delle ore di lezione a danno soprattutto delle sperimentazioni di bilinguismo e del piano nazionale dell’informatica (con definitiva buona pace della scuola “delle tre I” cavallo di battaglia di una remota campagna elettorale).

Anche le riduzioni delle ore di insegnamento della matematica non scherzano, ma non è un problema visto che i nostri allievi brillano per la preparazione in questa disciplina in tutte le statistiche europee.

Insomma l’impressione è che la “semplificazione” consista semplicemente in un taglio delle ore di lezione che va a colpire un po’ qua e un po’ là senza fare torto a nessuno.

Infatti  non è dimostrato che una maggiore permanenza a scuola equivalga ad una maggiore preparazione, d’altra parte, purtroppo, non è neppure dimostrato il contrario.