Quando Sadako Sasaki, ormai undicenne, venne a sapere che il grande sole che si era acceso sulla sua città nove anni prima, le aveva provocato la leucemia, non si perse d’animo.
Con la fiducia nella vita e nel futuro tipica dei bambini cominciò a costruire origami perchè, secondo una leggenda giapponese, se fosse riuscita a costruire mille gru di carta colorata avrebbe potuto esprimere un desiderio.
Purtroppo il suo sogno di guarire e tornare a correre non si realizzò e la sua storia, simbolo dell’assurdità della guerra e della speranza nella pace, è narrata nel bellissimo libro “Il gran sole di Hiroshima“.
Tre anni dopo la sua morte all'”Hiroshima Peace Memorial” fu posta una statua che rappresenta la bambina mentre tende una gru d’oro verso il cielo e i visitatori sono soliti deporre ai suoi piedi una gru di carta e un messaggio.
Oggi i piccoli origami sono più di centodieci milioni e il Museo ha deciso di condividere questo simbolico patrimonio di speranza con enti e musei di tutto il mondo che vogliano accogliere le gru ormai pronte a volare con il loro messaggio di pace.
Spero che Milano, magari nell’ambito dell’Expo, riservi loro un piccolo, preziosissimo spazio.