Archivi giornalieri: 27 Novembre 2011

I figli della precarietà.

Come ogni anno le prime brume portano la visita guidata al villaggio operaio di Crespi d’Adda: la meta è così vicina e, tra una rivoluzione industriale e l’altra, le classi terze (e i rispettivi insegnanti) non riescono a sottrarsi a quella che, per la nostra scuola, ormai è quasi una tradizione.

Quest’anno, però, ho notato una variante che mi sembra plausibile leggere comeun segno della crisi economica ed occupazionale che stiamo vivendo.

In passato, quando illustravo ai ragazzi la vita del villaggio, regolata dal ritmo dell’orologio della fabbrica e ad essa indissolubilmente connessa, coglievo sempre qualche  insofferenza per una esistenza in qualche modo claustrofobica: spesso i ragazzi affermavano che non avrebbero mai barattato un po’ di sicurezza (o molta sicurezza: il lavoro, la casa, le cure mediche, l’istruzione…) con la libertà di fare o di dire ciò che si vuole, perchè la libertà è un valore assoluto.

Non era facile farli ragionare sui privilegi dei cittadini del villaggio anche perchè, si sa, i ragazzi sono sempre un po’ estremisti.

Quest’anno, invece, questi figli di una realtà precaria, magari con i genitori cassintegrati e con poche prospettive per il futuro, osservavano il villaggio con attenzione e poi, alla fine, i più erano concordi nell’affermare che a loro vivere nel villaggio, pur con le regole e i limiti, sarebbe piaciuto: sarebbe piaciuto loro avere una casa, il lavoro, la scuola assicurata, un po’  di tranquillità.

Mi sono resa conto, all’improvviso, che la libertà dal bisogno, per chi vive nell’incertezza, è un valore assoluto.

Crespi