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Tornare all’antico.

Dal 2006, per raggiungere la Valsassina, si percorre una strada molto veloce che parte da Lecco, corre lungo il Resegone e il monte Due Mani e, dopo alcune gallerie di varia lunghezza, sbocca vicino all’abitato di Ballabio.

Prima c’era la Lecco-Ballabio, una strada molto trafficata, tortuosa, che attraversa alcuni centri abitati rendendo, nei giorni di maggior traffico, la vita impossibile agli abitanti e ai passeggeri delle auto ferme in coda.

Per fortuna “le gallerie”, come molti definiscono la strada che sale in valle, avevano risolto questi problemi.

Uso volutamente il tempo del verbo al passato perchè, dallo scorso venerdì, a causa di una frana scesa proprio all’imbocco di una galleria (per pura fortuna senza provocare vittime) si deve per forza tornare all’antico, ripercorrere l’antica strada lamentandosi per il traffico, le strettoie, i tornanti.

Oggi siamo tornati a casa percorrendo la Ballabio-Lecco e, grazie ad una partenza “intelligente”, non abbiamo trovato rallentamenti, ma solo autisti non più abituati a percorrerla, freni perpetuamente in funzione, esitazioni ad ogni bivio, ma, che ci volete fare, “le gallerie” ci avevano viziato parecchio.

Ho passato molte ore del mio primo mezzo secolo di vita in coda su questa strada e sono rassegnata, ne conosco le criticità, so cosa aspettarmi e come affrontare il percorso, ma non oso immaginare come debbano sentirsi smarriti quanti si trovano, per la peima volta, ad affrontare questo ritorno a casa così faticoso.

D’altra parte la Valsassina è così bella che vale qualche piccolo sacrificio (in attesa che la strada venga riaperta presto).

Valsassina

Tempo di presepi (Video)

Tradizionalmente, nella mia famiglia, l’8 dicembre è il giorno in cui si comincia ad addobbare la casa per il Natale.

Lo facevamo anche quando ero bambina: il giorno prima, per Sant’Ambrogio, andavamo alla “Fera di oh bej oh bej” per acquistare addobbi e statuine per il presepe e il giorno seguente cominciavano le grandi opere.

Quest’anno me la sto prendendo comoda e allora ho deciso di pubblicare un breve video sui presepi di Cracovia.

Osservazioni di una “rompiballe”.

“Rompiballe” non è un termine che uso spesso, ma visto che un ministro del mio Paese mi ha definito così se mi illudo di pagare un caffè con la carta di credito, mi corre l’obbligo di citarlo.

Intendiamoci, solitamente non pago i caffè con la moneta digitale, ma ho l’abitudine di avere sempre pochissimo contante con me (i ripetuti borseggi mi danno in qualche modo ragione) e poi apprezzo l’idea di acquistare qualcosa di imprevisto senza dover fare i conti con quello che ho nel portafogli, peraltro abbastanza miserrimo.

Mi piace entrare in un negozio per acquistare un golfino e magari comprarne due perché mi piace il modello o perché ho trovato il capo che cercavo da tempo e non essere limitata dal fatto di avere con me solo una ventina di euro.

D’altra parte, visto il ventilato limite di sessanta euro entro il quale sarebbe possibile rifiutare i pagamenti con il pos, non oso mmaginare quanto contante dovrei infilare nella borsetta per esempio per gli acquisti natalizi o nel periodo dei saldi o quando sono in viaggio (certo l’alternativa sarebbe di continuare a prelevare dai bancomat, ma anche questa operazione non è esente da costi).

Di conseguenza, dal nuovo anno, prima di un acquisto o di una consumazione in un bar o in un ristorante mi assicurerò di poter pagare con la carta di credito e, in caso contrario, cambierò esercente.

Se è vero che chi vende beni e servizi può esercitare il diritto di esigere i contanti è anche vero che chi acquista deve poter avere il diritto di scegliere come pagare, o più semplicemente, di rivolgersi a chi questo diritto lo garantisce.

Milano - In caffetteria

Un pomeriggio mooolto milanese.

Ieri pomeriggio siamo andati a fare un giro dalle parti di Porta Venezia perché avevamo in programma una visita guidata a Palazzo Castiglioni, la splendida dimora liberty che ho già visitato in passato, ma che è sempre un gran bel vedere.

Come spesso ci accade siamo arrivati in zona con largo anticipo (non si sa mai cosa può succedere in tangenziale, così partiamo da casa sempre per tempo e invariabilmente arriviamo prestissimo a destinazione) e allora abbiamo deciso di fare una sosta al Civico Museo di Storia Naturale dove spesso accompagnavo mio figlio quando era piccolo.

Come allora il museo era pieno di bambini incantati davanti alle ricostruzioni dei dinosauri (sono sempre affascinanti anche per gli adulti), mentre io mi sono persa ad ammirare i fossili che, a mio parere, raccontano storie di un passato così remoto da sembrare quasi favoloso.

Poi abbiamo visitato Palazzo Castiglioni con un gruppo di persone evidentemente innamorate delle bellezze di questa città apparentemente così poco turistica, ma in realtà ricca di tesori nascosti che meritano di essere conosciuti con affetto ed attenzione.

E’ stato un bel pomeriggio, un po’ defilato rispetto al caos prenatalizio del centro, ma ricco di scoperte e di riscoperte.

Milano - Museo di Storia Naturale