Archivi categoria: così è la vita

In viaggio con L’Arlecchino

Il treno rapido ETR252, più conosciuto con il nome di “Arlecchino”, venne prodotto nel 1960 dalla Breda sul modello del più celebre “Settebello ETR 300” del quale imitava la foggia, la struttura e la livrea, ma aveva solo quattro carrozze invece di sette.

Fu inaugurato il 23 luglio 1960 per le Olimpiadi di Roma.

Ho viaggiato su questo elegantissimo treno nell’agosto del 1972 quando, avendo già prenotato il soggiorno in albergo a Roma e non trovando posto a bordo di treni più economici, decidemmo di regalarci un viaggio in prima classe, a bordo di un treno quasi leggendario, dotato di un salottino con poltrone girevoli e vetrata panoramica sui binari.

Ora, a più di mezzo secolo, la “Fondazione Ferrovie dello Stato”, grazie alla passione e alla competenza dei suoi aderenti, ha rimesso sui binari questo gioiello (l’unico sopravvissuto dei quattro treni originali) e ieri abbiamo avuto la fortuna di poter viaggiare a bordo dell’Arlecchino alla volta di Brescia.

Che dire?

Si è trattato di un’esperienza unica, un ritorno al passato ricco di emozioni.

Milano - Lambrate "l'Arlecchino"

Vedrò Abu Simbel.

.Nel 1960 il presidente egiziano Nasser diede inizio ai lavori per la costruzione della grande diga di Assuan il che prevedeva la formazione di un enorme bacino artificiale (che poi avrebbe preso il nome di lago Nasser) che avrebbe inevitabilmente sommerso molte opere costruite dagli antichi egizi fra le quali sicuramente le più significative erano i templi di Abu Simbel.

Allora la comunità internazionale si attivò, grazie all’ intervento dell’Unesco, per stendere un progetto e reperire i fondi necessari per salvare i templi.

Si decise di tagliare gli edifici in blocchi e spostarli in un luogo più arretrato e più elevato e così, tra il 1964 e il 1968, l’opera fu portata a termine grazie anche alla guida esperta dei cavatori di marmo italiani di Carrara, Mazzano e Chiampo.

Io allora ero poco più che una bambina, non sapevo neppure cosa fosse l’Unesco, ma avevo studiato a scuola l’antico Egitto e ne ero rimasta affascinata così come mi aveva affascinato quell’opera di alta ingegneria, che avevo visto attraverso dei tristissimi documentari televisivi rigorosamente in bianco e nero, ed era nato in me il desiderio di vederli dal vivo almeno una volta nella vita.

Tra poco meno di una settimana, se tutto andrà come deve, sarò proprio là, al cospetto dei templi di Ramses II e della regina Nefertari sicuramente emozionata, sicuramente affascinata, ma anche grata a coloro, che in un’epoca sicuramente meno tecnologica di oggi, hanno saputo e voluto salvare tanta bellezza.

Non vedo l’ora.

Museo Egizio - Il Cairo (Egitto)

Fare i conti con il passato.

Ieri, camminando per le vie di Moggio, il paese della Valsassina dove trascorro le mie vacanze ormai dal lontano 1960 (ma prima le trascorrevo un po’ più in basso, in un paese dal nome molto simile, sempre in Valsassina: Maggio) all’improvviso ho rivisto con gli occhi della memoria, il paese così come era tanti anni fa.

Non so dire se mi piacesse di più allora o se lo preferisco come è ora, forse mi piaceva essere una bambina, mi piaceva giocare con i miei coetanei sbucciandomi le ginocchia sui ciotoli di piazza Pradello, o tuffando le mani nell’acqua gelida del lavatoio, o correndo nell’Agro, il grande prato che oggi è tagliato da una strada e che ospita il centro sportivo.

Forse mi piaceva il fatto che allora Moggio fosse veramente “altrove” rispetto alla città che lasciavo a fine giugno per trascorrere tre mesi di vacanza (ma allora si chiamava “villeggiatura”) tra queste montagne che assicuravano avventure epiche.

Amo ancora questo paese anche se oggi è così diverso e amo ritrovare i luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza che ancora sopravvivono, magari ristrutturati, ripuliti, mutati, in una “ricerca del tempo perduto” di sapore valsassinese.

Dopo sessantanni quassù non riesco ad immaginare un altro luogo dove trascorrere le vacanze, ricaricare le batterie e ritrovare me stessa.

Moggio

In attesa della prossima partenza (Video)

Il 2022 è stato, per molti versi, l’anno della ripartenza, l’anno in cui ho ripreso a viaggiare senza l’impiccio (prima, durante e dopo) dei tamponi, senza grossi patemi anche se, in fondo in fondo, un po’ di inquietudine c’è sempre.

Quest’anno ho realizzato alcuni dei miei desideri più profondi, ho visto le Piramidi e l’Acropoli, ho passeggiato nei miei sogni, ho ritrovato luoghi tanto studiati fino al punto di considerarli quali abituali e sono rimasta senza fiato.

Ora si apre un nuovo anno e mi attendono nuove avventure perché so che il viaggio più appagante è il prossimo.

L’incanto dell’Acropoli.

Quando, da ragazzina, frequentavo il Liceo Classico il primo approccio con la lingua e la cultura greca era stato, allo stesso tempo, traumatico ed emozionante: traumatico per la serie infinita di vocaboli e di regole da memorizzare, affascinante perchè già allora, dietro all’alfabeto ed alla lingua quasi inaccessibili, mi sembrava di intuire un mondo fatto di bellezza e di armonia.

Poi, superate le prime inevitabili difficoltà, mi sono innamorata dell’arte, della letteratura, della cultura, della filosofia, della storia, del mondo greco che hanno messo radici profonde nella mia anima contribuendo, in molti modi, a fare di me la persona che sono.

Ho dovuto aspettare che passasse più di mezzo secolo dal quel primo approccio per trovarmi, in una giornata di sole di fine dicembre, a salire la scalinata dell’Acropoli ed è stato come vivere finalmente un sogno tanto a lungo sognato.

E mi sono ritrovata intimidita e sempre affascinata davanti a tanta armonia, alle forme perfette del Partenone e del tempietto di Atena Nike e all’eleganza delle cariatidi dell’Eretteo, mi sono ritrovata a scorrere con lo sguardo i triglifi e le poche metope e a cercare di immaginare come doveva essere l’aspetto dei monumenti ai tempi di Pericle, con una acuta nostalgia per la bellezza mai vista e già perduta.

L’Acropoli ti prende, ti coinvolge, ti proietta in un universo lontano, ti lascia senza fiato.

Atene - L' Acropoli

Cambio della Guardia a Capodanno (Video)

E’ la mattina di Capodanno (logicamente non prestissimo) ad Atene, fa già abbastanza caldo, prima di andare a trascorrere la giornata a Nauplia facciamo una breve sosta a Piazza Syntagma, davanti al Parlamento e al Monumento del Milite Ignoto per assistere alla cerimonia del cambio della guardia che, in questa occasione di festa, è abbastanza solenne, con gli Euzones in alta uniforme.

Siamo affascinati dai movimenti dei soldati, quasi una coreografia dal sapore antico.