Spettatori silenziosi.

L’ultima volta in cui avevo visitato la Pinacoteca di Brera il “Cristo morto” del Mantegna non era visibile perché era in restauro e mi era spiaciuto non poterlo ammirare visto che è uno dei capolavori del museo milanese che mi aveva colpito fin da bambina per la sua nuda drammaticità.

Forse allora non riuscivo a comprenderne il significato profondo, ma mi emozionava soprattutto per la vista dei piedi con il segno dei chiodi così brutalmente in primo piano.

Pochi giorni fa sono tornata e il quadro era lì, emozionante come sempre, nella sala silenziosa e, tutto sommato, quasi vuota e mi sono regalata un po’ di tempo per entrare in contatto con questa immagine del dolore e mi sono resa conto che la bellezza del dipinto sta proprio nell’esserne esclusi: c’è il corpo in primo piano con quella incredibile prospettiva di scorcio, ci sono le due figure della Madonna e di San Giovanni compresse in un angolo, chiuse in un dolore disperato, c’è un’ombra dolente sullo sfondo, ma non c’è spazio per lo spettatore che è lì, guarda, ma in qualche modo non può entrare a far parte del racconto.

Si può solo osservare in silenzio.

Milano - Pinacoteca di Brera

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