Sospetti.

Nella giornata della splendida tappa del Tourmalet, me ne sto lì, incantata, a  contemplare la forza e l’intelligenza di Nibali, la sua abilità incredibile nell’affrontare la gara, nel controllare gli avversari senza mai dare l’impressione di fare fatica, con pedalate fluide, ma allo stesso tempo potenti.

Al bar, dove seguo gli ultimi chilometri della salita, sento aleggiare i soliti sospetti come se non si riuscisse più a credere che sia possibile vincere senza barare.

Mi fanno un po’ arrabbiare questi discorsi.

A me piace credere che si possa vincere con le gambe, il cuore e il cervello, a me piace credere che, di tanto in tanto, anche nel nostro bistrattato Paese possa fiorire la grande impresa sportiva, o l’opera d’arte o la scoperta geniale, senza trucchi, senza scorciatoie, senza inganni.

Lascio che gli amanti dei soliti sospetti e dei soliti complotti borbottino, io mi limito a gioire.

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