Archivi giornalieri: 13 Giugno 2014

In autobus.

Alla fermata dell’autobus ci sono solo io, nel pomeriggio assolato, fa un caldo africano e il vento, che pure soffia con decisione, sembra il simun.

Finalmente l’autobus compare da dietro la curva, come un miraggio.

Salgo, ci sono pochissimi passeggeri, assaporo il fresco del climatizzatore, timbro (dovrei dire oblitero) diligentemente il mio biglietto (per la burocrazia il “documento di viaggio”), quasi due euro per pochi chilometri, e mi siedo.

Non ho voglia di leggere, c’è troppa luce, appoggio il capo e socchiudo gli occhi, mi lascio cullare dal movimento.

Nel paese vicino il pullman si ferma e sale un gruppetto di adolescenti, con l’aria un po’ spavalda i ragazzi sfilano di fianco all’obliteratrice senza degnarla di uno sguardo.

L’autista ne segue sorridente i movimenti gettando un’occhiata distratta allo specchietto retrovisore.

Mi inquieto un po’: “E’ mai possibile che io sia l’unica persona a bordo ad aver pagato il biglietto?”

Certo il biglietto è un po’ caro, forse sproporzionato rispetto al breve tragitto che l’autobus percorre, ma forse, se lo pagassimo tutti, costerebbe un po’ meno.

Finalmente l’autobus arriva a destinazione, ma le porte non si spalancano subito, si apre solo la porta anteriore dalla quale salgono due controllori.

Danno un’occhiata al mio biglietto e poi si dedicano agli altri passeggeri, mentre mi allontano sento, dietro di me parole un po’ balbettanti di scusa, non sento più alcuna voce spavalda.

E’ una magra consolazione, ma ogni tanto ci vuole.

Sorrido.