Ho camminato sulla spiaggia di Omaha in una giornata un po’ grigia d’estate di qualche anno fa, una giornata tutto sommato non molto diversa da quella del 6 giugno 1944.

Ho osservato il mare cercando di immaginare i pensieri di coloro che all’alba videro spuntare all’orizzonte un numero incredibile di navi, lo sconcerto e probabilmente il timore dei tedeschi e l’attesa dei francesi.

E poi ho cercato di immaginare i sentimenti di quei soldati che, dai mezzi da sbarco,  stavano per saltare in mare e correre sulla spiaggia sotto il fuoco nemico, ma come si fa a immaginare ciò che passa nella testa di un giovane che sa che forse non vedrà il tramonto di quella giornata.

E poi ho camminato, quasi in punta di piedi, un po’ più su, su un poggio in vista di quello stesso mare, tra centinaia di croci bianche tutte uguali allineate su un prato curatissimo.

E’ anche grazie a quei giovani che oggi l’Europa è un continente in pace, abitato da uomini liberi.

Non sprechiamo il loro sacrificio di settant’anni fa.