Archivi giornalieri: 7 Maggio 2013

Perdono.

Spesso, in occasione di fatti di sangue, c’è qualcuno che immancabilmente chiede alle vittime, o ai loro familiari, se hanno perdonato il colpevole del gesto, come se il perdono fosse una reazione semplice, quasi scontata, quasi dovuta.

L’ho sentito chiedere anche alla figliola del carabiniere colpito davanti a Palazzo Chigi,  e l’ho vista nascondere con un sorriso un moto di ribellione.

Sì perchè il perdono non è necessariamente un atto dovuto, non è il suggello dolce che chiude una vicenda dolorosa: il perdono prima di essere concesso deve essere chiesto e magari anche meritato, il perdono è un atto altissimo, quasi sublime, che non viene spontaneo neppure agli dei.

Per questo comprendo l’uscita dall’aula di Umberto Ambrosoli, durante la commemorazione del sanatore Andreotti, uscita peraltro discreta e senza clamore, che però ha suscitato clamore e scandalo e sterili diatribe.

Forse restare in aula sarebbe stato un gesto più ipocrita che magnanimo perchè immagino che nella coscienza di Ambrosoli risuonino ancora delle parole impietose che un figlio difficilmente può dimenticare e perdonare.