E’ da un po’ di tempo che avevamo intenzione di visitare la Galleria Campari, il museo d’impresa sorto intorno all’antica costruzione della ditta “Campari” a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, museo che si colloca in un progetto dell’architetto Mario Botta (uno dei preferiti di mio marito).

Così, mentre mio marito si faceva affascinare dalle soluzioni architettoniche, come le immense capriate che coprono uno spazio chiuso pavimentato come un piazza, in una sorta di rivisitazione della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano (il luogo da cui Campari ha spiccato il volo per il successo), io mi sono dedicata all’osservazione dell’allestimento museale che ripercorre la storia dell’azienda, attraverso le varie forme di comunicazione, storia che è legata strettamente all’arte e alla grafica del novecento, basti pensare che la bottiglietta del “Campari soda” è stata disegnata da Fortunato Depero.

Il percorso è caratterizzato dal colore rosso che accompagna il visitatore attraverso i manifesti, gli spot pubblicitari, le soluzioni grafiche.

La “Galleria Campari” è una raccolta raffinata e curiosa che merita di essere visitata per comprendere un pezzo della storia dell’impresa e della città in cui è nata.