In questi giorni di agosto, nella settimana che per quasi tutti è di vacanza, succede che i genitori si ritrovino, come raramente succede, a tu per tu con i figli: le scuole di ogni ordine e grado sono chiuse, le attività sportive sono sospese, gli oratori si svuotano (come nella canzone “Azzurro”) e i bimbetti restano ad esclusivo appannaggio dei genitori.

Mi capita, sempre in questi giorni, di notare come lo stringersi dei rapporti mandi in crisi molti genitori che non sono (più) abituati a gestire la prole per un’intera giornata: da più parti i sentono capricci epocali, minacce a vuoto, contrattazioni perse in partenza, disperati lanci della spugna.

Certo ho sempre pensato che il mestiere di genitore sia il più difficile del mondo e non è facile affrontarlo a tempo pieno, ma credo che la vacanza sia un’occasione preziosa per provare a realizzare un rapporto educativo efficace.

So che costa fatica, costa fatica dire qualche no quando si avrebbe tanta voglia di dire solo sì, costa fatica imbarcarsi in estenuanti discussioni con i piccoli che sembrano (si badi bene sembrano) non capire, costa fatica quando si è lavorato per un intero anno e si è giustamente stanchi imbarcarsi in un’impresa titanica, ma è un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire.

Proviamo ad usare questa vacanza (breve o lunga) per esercitare il mestiere di genitori, in modo fermo ed autorevole, senza paura degli insuccessi: sono convinta che i risultati non tarderanno a venire.