Uno degli aspetti più difficili da accettare di questa nuova vita, nella quale ci siamo imbattuti a causa della pandemia, è la mancanza di baci e abbracci e strette di mano (sostituite con un ridicolo colpetto di gomito che, di solito, mi rifiuto di praticare).

E’ dalla fine di febbraio che non do un bacio a mia madre, che non la accarezzo, che non le stringo una mano fra le mie, che non può sentire la mia vicinanza fisica e, tenendo conto che mia madre non può vedermi, trovo molto triste incontrarla da lontano, vederla solo attraverso una finestra, parlarle con la mediazione di una educatrice che le ripeto le parole che dico, ma mi rendo conto che è dolorosamente necessario, mi rendo conto che sarebbe rischioso per lei, così anziana e fragile, entrare in contatto con questo maledetto virus che ci ha cambiato la vita.

E’ doloroso per noi, che comunichiamo molto con le mani, le sue così rugose tra le mie, dover evitare questi discorsi muti pieni di amore.

Sono una persona piena di affetti e soffro un po’ quando incontro un’amica e non la posso abbracciare, ma sono abbastanza adulta e responsabile da comprendere che è meglio limitare le effusioni, che è meglio comunicare i sentimenti con un sorriso (celato dalla mascherina) che spero traspaia dallo sguardo.

Tra tutte le abitudini che il virus ha cancellato questa è quella che mi pesa di più.