Il diciotto febbraio scorso salivo per l’ultima volta a bordo di una vettura della metropolitana, poi dopo due giorni è esplosa l’emergenza, ci siamo chiusi in casa e la nostra vita è cambiata per quanto riguarda tutta una serie di aspetti.

Ieri sera, con qualche riluttanza, dopo sette mesi sono salita di nuovo su un metrò per andare ad assistere ad uno spettacolo cinematografico organizzato, rigorosamente all’aperto, nel giardino della Triennale.

Devo confessare che prima della partenza non mi sentivo molto tranquilla, ma devo dire che la situazione mi ha abbastanza rasserenato perché i viaggiatori cercavano di mantenere rigorosamente le distanze e indossavano tutti la mascherina.

E poi finalmente sono tornata per le vie della mia adorata città, in una tiepida sera di settembre, sono tornata a passeggiare nel parco Sempione con lo spettacolo del Castello Sforzesco illuminato, sono tornata, nonostante la mascherina e le precauzioni, a fare qualcosa di “normale”, a sentirmi “normale”.

L’unico aspetto che mi ha colpito è stato, dopo i silenzi del lockdown e delle vacanze in montagna, è stato riscoprire i rumori della città che non ricordavo, lo sferragliare dei tram, il rombo dei motori, il suono delle fontane, le voci della gente.