Oggi è mancato Philippe Daverio, storico dell’arte colto e raffinato, capace con i suoi libri e le sue trasmissioni televisive (ho adorato “Passepartout”) di svelare bellezze spesso sconosciute e preziose, capace di appassionare e far comprendere pur mantenendo sempre un linguaggio “alto” e ricercato.
Mi ha sempre affascinato per la sua grande cultura, per il sorriso con cui sapeva affrontare tematiche anche ardue, per l’incredibile abilità nel descrivere paesaggi, monumenti, quadri e sculture.
Lo ricordo alla presentazione del suo ultimo libro “Gran Tour d’Italia a piccoli passi” (per il quale, tra l’altro, mi aveva fatto il grande onore di chiedermi l’uso di una mia fotografia), con il loden di gusto mitteleuropeo e l’immancabile papillon, con l’eloquio leggero e sorridente, con l’intelligente autoironia che spesso lo caratterizzava.
La sua scomparsa è una grande perdita per il nostro paese.