Mi piace andarmene in giro, ma non mi definirei una turista, mi definirei una viaggiatrice perchè non ho bisogno di andare lontano, non ho bisogno di mete esotiche, quelle più ambite, mi bastano luoghi da vedere con occhi curiosi, luoghi che mi raccontino storie, dove scovare la bellezza, ma anche la bruttezza a patto che bellezza e bruttezza abbiano un senso e, soprattutto, a patto che io abbia occhi e cuore percomprenderle.

Mi piace immaginare i racconti che gli oggetti, i muri, i paesaggi raccontano a chi ha voglia di ascoltare.

Allora può bastare, ad esempio, un luna park di periferia, un luna park chiuso e silenzioso dove le giostre ferme sembrano enormi sculture astratte che raccontano storie di gioie passate, di un’antica effimera opulenza, che raccontano un tempo di risate semplici e ingenue, e suoni, e colori e profumi che ora si possono solo intuire.

Me ne sto lì ad ascoltare quelle storie che risuonano solo nella mia mente ed è come fare un viaggio fantastico nello spazio e nel tempo.

Non serve andare lontano: l’altrove è dentro di noi.