In una delle sue più esilaranti interpretazioni Massimo Troisi si spacciava per cantautore (menestrello) con una ragazzina ingenua e un po’ stordita, interpretata da una splendida Amanda Sandrelli, e riproponeva canzoni moderne come se fossero sue creazioni.
Ad un certo punto, a corto di ispirazione, canticchia il Canto degli Italiani” tanto che Benigni, che viene a cercarlo per condurlo a fermare Cristoforo Colombo, lo apostrofa con un sonoro “Mameli!”
Ripensavo a quella scena proprio ieri mentre nella palestra della scuola il coro dei bambini della primaria, tutti schierati con le magliette verdi, bianche e rosse, circondati da quelli più grandi della secondaria intonavano l’inno nazionale durante una emozionante cerimonia dell’alzabandiera alla presenza delle autorità.
Mi veniva da sorridere e da riflettere sul fatto che, spesso, nel cantare il nostro inno, diamo rilievo a tante parole e ci scordiamo di quel “fratelli” che forse può suonare un po’ retorico, ma che racchiude in sè tutto il valore del nostro essere nazione.
In quel “fratelli” sono già comprese le idee di solidarietà, di uguaglianza che sono tra i fondamenti della carta costituzionale.
Purtroppo le vicende storiche e l’attualità ci fanno scordare che alla base del nostro vivere insieme ci sono quei principi.
Il mio augurio e la mia speranza sono che, almeno oggi, ce ne ricordiamo un po’.